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Vinicius junior, da brutto anatroccolo a "giocatore più decisivo al mondo"

Raffaele R. Riverso
Vinicius, mattatore a Anfield Road
Vinicius, mattatore a Anfield RoadAFP
Contro il Liverpool, il campione brasiliano ha confermato, in uno degli stadi più caldi al mondo, di poter davvero diventare il numero uno assoluto. Superbo in campo, lo è altrettanto fuori, dov'è diventato, suo malgrado, uno dei simboli della lotta al razzismo

Carlo Ancelotti non ha dubbi: "Oggi, secondo me, Vinicius è il giocatore più decisivo del calcio mondiale. Per continuità, dribbling, assist e gol”. Le comparazioni e le graduatorie sono sempre molto pericolose, ma è davvero difficile non essere d'accordo con il tecnico emiliano.

La sua evoluzione è, infatti, impressionante. Invece di nascondersi dietro l'infortunio di Karim Benzema, Vini si è caricato sulle proprie spalle il Real Madrid nella prima parte di stagione, al punto da convincere definitivamente Tite a spostare Neymar al centro della propria trequarti per inserirlo nell'undici tipo della Seleçao al Mondiale.

Ma quello è stato solo l'inizio. Tornato a Madrid, dopo la delusione rimediata in Qatar, l'attaccante merengue ha dimostrato di non aver perso né lo smalto né, men che meno, il tono fisico che gli sta permettendo di umiliare, partita dopo partita, tutti i terzini destri e i difensori centrali che si occupano della stessa parte del campo che si è ritrovato di fronte.

La sua superiorità è quasi offensiva. Quando punta un avversario, le probabilità che riesca a saltarlo sono altissime. Quanto fatto contro il Liverpool per quanto rischi, oramai, di essere semplicemente archiviata come l'ultima dimostrazione del suo strapotere tecnico, non è una dimostrazione di forza qualsiasi.

E già, perché a Anfield Road, Vini ha confermato, in uno degli stadi più caldi al mondo, di poter davvero diventare il numero uno assoluto. La facilità con cui riesce a superare Alisson Becker nel primo gol dei blancos in Inghilterra è quella propria dei fuoriclasse in grado di far sembrare semplici gesti che, invece, per il resto dei mortali, sono complicatissimi. 

La seconda rete, invece, dimostra quanto sia cresciuto anche a livello mentale. Grazie anche all'esempio di Karim Benzema (Gigio Donnarumma ne sa qualcosa) il brasiliano si è abituato a non dare mai per persa un'occasione, a crederci sempre e fino in fondo: madridismo allo stato puro, insomma.

E dire che in passato gli si rimproverava di non avere un buon feeling con il gol e di essere l'ennesima promessa brasiliana destinata a sgonfiarsi in Europa. E, invece, no. Florentino Pérez che lo prese sicuro e speranzoso di aver ingaggiato il nuovo Neymar, ci ha visto bene.

Vini ha vinto il Pallone d'Oro dell'ultimo Mondiale per Club
Vini ha vinto il Pallone d'Oro dell'ultimo Mondiale per ClubAFP

La figura del presidente merengue è stata fondamentale nella sua evoluzione. Quando ha esonerato Julen Lopetegui, affidando la squadra a Santiago Solari, l'unica sua richiesta è stata quella di non dimenticarsi di quel ragazzino per il quale erano stati versati 45 milioni di euro al Flamengo per un calciatore ancora minorenne.

E fu proprio nella tappa, non proprio fortunata, sotto la guida del tecnico argentino, che ieri era allo stadio a godersi lo spettacolo offerto dal proprio pupillo, che Vinicius ha fatto capire che avrebbe avuto bisogno soltanto di un po' di pazienza. Una dote tutt'altro che ricorrente nel mondo del calcio.

Ed è per questa ragione che la sua più grande fortuna è stata quella di finire nelle mani di Zinedine Zidane che lo ha sempre protetto dalle critiche esterne e, spesso e volentieri, anche interne. E all'ombra del Santiago Bernabéu, si sa, l'opinione di Zizou non si discute, si rispetta e basta. Fiducia che l'ex campionissimo francese ha meritato prima in campo e poi in panchina.

Probabilmente memore di chi, nei primi mesi alla Juventus, lo aveva frettolosamente archiviato come un fenomeno mediatico destinato a sgonfiarsi sul terreno di gioco, Zidane non gli ha fatto mai mancare la propria fiducia dandogli il tempo di maturare senza fretta.

E non c'è che dire, ogni sforzo dell'allenatore-chioccia francese è stato ripagato e, ora, a godere ancora di più della classe del brasiliano è proprio Ancelotti che, dalla sua, gli ha fatto fare il definitivo salto di qualità. Carletto, infatti, gli ha subito fatto capire che sarebbe stato al centro del suo nuovo progetto. 

E così, mentre tutti parlavano del ritorno di Eden Hazard, il tecnico emiliano ha scommesso in maniera convinta su Vinicius, inserendolo nel proprio undici titolare a dispetto di chi continuava a dirne di tutti i colori su di lui e di chi sottolineava come gli oltre 100 milioni spesi per il calciatore belga non potessero sedere in panchina. E, invece, non solo si sono seduti, ma ci sono anche rimasti

Campione in campo e fuori
Campione in campo e fuoriAFP

Una volta conquistato l'Olimpo del calcio, segnando la rete decisiva nella finale della Champions League vinta la scorsa primavera dal Real contro il Liverpool, chi non poteva più attaccarlo per le sue doti tecnico-tattiche ha pensato bene di virare sul suo colore della sua pelle.

Qualcuno in tv, che non merita nemmeno di essere nominato, addirittura lo accusò di celebrare i gol "ballando come una scimmia" e Koke gli mandò a dire che se lo avesse fatto anche al Metropolitano "sarebbero stati problemi". Più in generale, ogni volta che Vini scende in campo è preso di mira dalla frustrazione dei soliti imbecilli che saranno pur pochi, ma fanno comunque rumore: "Finché il colore della pelle sarà più importante del bagliore negli occhi, allora ci sarà la guerra", la sua azzeccata risposta.

Una situazione insostenibile che prima del derby di Copa del Rey, vinto tra le polemiche dal Real, lo ha visto protagonista, suo malgrado, del gesto scellerato di alcuni ultras colchoneros che hanno messo la sua maglia a una bambola prima di impiccarla lanciando da un cavalcavia.

Episodio condannato da tutto il mondo del calcio. Lo stesso Javier Tebas ha, infatti, annunciato nelle scorse settimane di l'apertura di un'indagine in merito perché "non è possibile che un calciatore venga trattato così ovunque vada a giocare". Finalmente sembra muoversi qualcosa. E già, perché proprio il presidente della Liga, nei mesi scorsi, era stato attaccato da Vinicius che lo aveva accusato di "parlare tanto e fare poco".