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Verso Napoli-Juve, Spalletti contro Allegri: così toscani, così diversi

Verso Napoli-Juve, Spalletti contro Allegri: così toscani, così diversi
Verso Napoli-Juve, Spalletti contro Allegri: così toscani, così diversiProfimedia
Due modi di intendere il calcio e la vita, accomunati però dalla stessa origine ancestrale. Il tecnico del Napoli, cresciuto nella provincia fiorentina, preferisce essere notato per quello che la sua squadra fa sul terreno di gioco. Il collega, livornese doc, si sente, invece, a suo agio sotto la luce dei riflettori e in campo gli basta il risultato. Paradossalmente, infatti, quello in tuta preferisce la forma, quello in giacca e cravatta la sostanza

Due modi di essere allenatori. Due modi di essere uomini. Due modi di essere toscani. Luciano Spalletti e Massimiliano Allegri non stanno esattamente agli antipodi, ma poco ci manca. Ed è proprio la loro comune origine territoriale a impedire che così sia: così diversi, così toscani.

E già, perché il temperamento, il carattere, l'orgoglio è lo stesso per entrambi, sebbene il tecnico juventino tenda a essere più plateale nelle sue reazioni, mentre il collega azzurro sbotta solo quando proprio non ne può più e anche quando lo fa non abbandona il fatalismo che lo accompagna perennemente fuori dal terreno di gioco.

In campo, invece, è tutta un'altra storia e se è vero che anche Allegri cura attentamente ogni dettaglio, quella di Luciano Spalletti è una vera e propria ossessione. Difficilmente lo sentirete lamentarsi del risultato finale se la sua squadra non ha giocato la partita che lui aveva preparato durante la settimana.

Anche dopo la sconfitta rimediata a San Siro contro l'Inter (1-0), l'allenatore fiorentino (di Certaldo) ha fatto capire di essere molto più contrariato per la prestazione ("non abbiamo giocato bene") che non per il passo falso ("una sconfitta ci può anche stare").

Massimiliano Allegri
Massimiliano AllegriAFP

Il vernacolo di riferimento di Allegri è, invece, quello livornese doc. E anche il modo di vivere la partita, decisamente più esibizionista rispetto a uno Spalletti che le mani preferisce tenerle in tasca e quando le toglie è per dare indicazioni ai propri calciatori con la speranza che nessuno se ne accorga. Tutta un'altra musica rispetto alla sceneggiata che ha visto come protagonista l'allenatore della Juventus nei minuti finali della gara vinta contro l'Udinese (1-0), quando proprio tutti, urbi et orbi, si sono accorti che era arrabbiato.

Un carattere più riservato, tuttavia, non ha impedito a Spalletti di dirle in faccia a un certo Francesco Totti, nonostante sapesse bene che il Pupone fosse intoccabile e che non avrebbe mai avuto nemmeno la benché minima speranza di spuntarla alla lunga. Eppure, lui sentiva di dover essere sincero fino in fondo e non sarà di certo il timore di perdere il posto di lavoro a fargli cambiare idea.

Luciano Spalletti
Luciano SpallettiAFP

Da qualche tempo a questa parte il rapporto tra i due non è più quello di una volta: "Un litigio tra toscani", ebbe a dire Allegri in zona mista alla fine della partita persa dalla Juve a Napoli l'11 settembre 2021 e terminata con una tutt'altro che edificante discussione tra i due.

"Ti devi vergognare!", l'accusa del livornese - uno che predilige la giacca e cravatta - al collega, reo, a suo modo di vedere, di provare a condizionare l'arbitraggio con le sue lamentele. "Ma che stai dicendo? Contro di te ho sempre perso. Per una volta che vinco io e vengo a salutarti mi fai la morale?", il deciso rimbrotto del fiorentino che daun po' preferisce il giaccone e la tuta aziendali.

Venerdì prossimo, però, in palio ci sarà molto di più che una goliardica rivalità tra toscani. Una vittoria dei bianconeri riaprirebbe, infatti, definitivamente il campionato, mentre se a spuntarla dovessero essere gli azzurri,  gli uomini di Spalletti darebbero un vero e proprio pugno sul tavolo della Serie A.

Ognuno ci proverà con le proprie armi. Difficile immaginare un andamento della partita diverso a quello che tutti si aspettano con in Napoli a macinare gioco con la palla tra i piedi e la Juve pronta a ripartire e far male in contropiede. Questa volta, però, anche Spalletti si accontenterà di vincere. Troppo importanti questi tre punti per farseli rovinare dalle proprie ossessioni tattiche e non assaporarne fino in fondo il sapore.