Us Open: Sinner-Medvedev, tredicesima puntata di una saga in cui il finale non è mai scritto
Tra Jannik Sinner e il sogno di conquistare il secondo slam in carriera allungando anche in vetta alla classifica Atp, c'è un ostacolo che definire soltanto scomodo sarebbe eufemistico. Fuori a sorpresa Djokovic e Alcaraz, a spaventare c'è ora il sorrisetto beffardo di quel russo atipico che risponde al nome di Daniil Medvedev. Uno che, nonostante sia diventato anche numero 1 del mondo il 28 febbraio 2022, spezzando per primo il dominio dei big three (a parte la parentesi di Andy Murray), non viene mai preso troppo sul serio.
Ai media e al pubblico piace la storia del vecchio campione contro la giovane promessa, Djokovic vs Alcaraz, lo scontro generazionale, tanto che anche Sinner da terzo incomodo nelle copertine ne fa un po' le spese. Ma siccome il tennis è sport e il vincitore non è deciso da strategie di marketing, ecco che nel 2021 quando tutti erano pronti a glorificare l'ennesima impresa di Novak Djokovic, aspettando trepidanti di festeggiare il Grande Slam, cioè la corona in un anno di tutti e 4 major (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon, Us Open), proprio lui, Raskolnikov-Medvedev, a Flushing Meadows ha strappato il copione della trama perfetta.
Con un 3-0 netto sul serbo (6-4 6-4 6-4) ha mandato all'aria tutto, e con il suo sorrisetto sornione a fine match ha dichiarato: "Sappiamo cosa c'era in palio; mi spiace per Novak e per gli appassionati", per poi aggiungere: "Ma c'è una cosa, non meno importante: oggi è un anniversario per me e per mia moglie. Durante il torneo non sapevo cosa regalarle e arrivato alla semifinale non avevo ancora un regalo, così ho pensato che avrei dovuto vincere per forza. E questo è il mio regalo…”. Sarcastico e intelligente, Medvedev sa di non essere amato né per il suo tennis atipico, le sue movenze da piovra che contrastano con l'elitaria eleganza di questo sport, né per il suo carattere irascibile sui campi. Non è neanche il nuovo che avanza, visto che ha 28 anni. È "disgraziatamente" la generazione di mezzo, quindi assolutamente fuori posto per quanto abbiamo detto prima. Ma lui di tutto questo se ne frega, ed è pronto a interrompere qualsiasi piano.
Un avversario piuttosto ostico per Sinner
Anche i tifosi di Sinner che avevano gioito per l'eliminazione di Djokovic e Alcaraz, forse si erano dimenticati di lui. Ed è una grave dimenticanza, perché il quarto di finale di stanotte, visto anche Zverev fuori dai giochi, è di fatto una finale anticipata. Medvedev, come successo a Wimbledon, è pronto a sbarrare la strada del n. 1 del mondo, visto che l'ha già fatto 7 volte su 12 incontri. Una kryptonite che l'altoatesino era riuscito a disinnescare cinque volte, e in finale agli Australian Open, il suo primo Slam, ma che è tornata più radioattiva che mai sull'erba più prestigiosa del circuito. Se Sinner sul cemento si trova a suo agio, stessa cosa si può dire del russo che peraltro non si è mai lamentato troppo della superficie dei campi dell'Arthur Ashe, cosa invece tipica per lui su tutti gli altri campi del circuito.
Se Sinner viene da una confortante vittoria contro Tommy Paul, in cui partito male ha tirato fuori tutto il suo talento per rimontare e spazzare via l'americano in tre set (7-6 7-6 6-1), Medvedev arriva qui dopo aver polverizzato il meno ostico portoghese Nuno Borges (6-0 6-1 6-3). Entrambi i tennisti sono sembrati in crescita durante il torneo e quindi da un punto di vista di forma non ci sono grandi differenze. Il fantastico 2024 di Sinner che l'ha consacrato n.1 del mondo e in cui ha vinto 51 match su 56, cinque finali su cinque, è stato ultimamente offuscato da problemi fisici ma soprattutto dalla brutta storia del doping che l'altoatesino dovrà mettersi alle spalle. Battere Medvedev da questo punto di vista sarebbe un toccasana nonché un incredibile viatico verso il suo secondo slam. Al russo però non piacciono i lieti fine scritti da altri, e come un Dostoevsky in pantaloncini e racchetta è pronto come sempre a complicare la trama.