OPINIONE: per un trionfo storico è mancata un po' di malizia, Sinner e il suo angolo devono crescere
Peccato. Anche chi fino a ieri non sapeva com'era fatta una racchetta da tennis in Italia era davanti agli schermi a seguire l'enfant prodige Sinner che aveva mietuto vittime illustri alle ATP Finals e affrontava Djokovic in finale, il numero uno, già battuto nel torneo. Se l'attesa era altissima e la speranza non mancava, chi mastica un po' di tennis sapeva che Nole in finale sarebbe stato tutt'altro giocatore di quello sconfitto (per la prima volta) in precedenza. Sapeva che il serbo alla caccia del settimo trionfo che l'avrebbe staccato da Federer come il più vittorioso della competizione per nulla al mondo si sarebbe fatto sfuggire l'occasione.
L'occasione...non fa l'uomo ladro
Già l'occasione. Quell'occasione che gli ha dato Jannik perché il "destino" del serbo era nelle mani dell'altoatesino. Vincendo con Rune l'avrebbe mandato in semifinale, perdendo l'avrebbe eliminato. Prima che Sinner dimostrasse al mondo la sua integrità professionale, dando il massimo anche contro il danese e rimettendo in gioco il serbo, in Italia, in quell'Italia dietrologa dell'andreottiano "a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina", molti già avevano pensato a un "biscotto", cioè una sconfitta di Sinner.
E oggi, all'indomani della finale persa, il web si è diviso. Chi gli ha rimproverato di non essere stato abbastanza furbo e chi l'ha difeso elogiandone le serietà. Personalmente pur riconoscendogli la grande correttezza, io ci ho visto una mancanza di malizia che non c'entra nulla con l'essere scorretti. Al di là che noi italiani che passiamo per furbetti di biscotti ne abbiamo subiti sportivamente da chi in teoria dovrebbe essere eticamente, moralmente e civilmente superiore (Danimarca-Svezia 2-2, 22/06/2004), se Sinner avesse perso apposta (si sarebbe visto dai colpi) l'avrei condannato anch'io ma se non si fosse impegnato a fondo l'avrei capito.
Cominciamo col dire che non sarebbe stato un biscotto perché per essere tale Sinner si sarebbe dovuto accordare con Rune, e questo non sarebbe mai successo perché entrambi sono sportivi veri che vogliono vincere. Per non giocare al massimo della forma quel match però l'altoatesino aveva validi motivi: scarico e svuotato psicologicamente perché già qualificato (grazie al set "regalato" da Nole contro Hurkacz), stanco fisicamente per un match arrivato al terzo set e, per finire, contro un avversario a lui storicamente ostico (non l'aveva mai battuto).
Quel vantaggio strategico di poter eliminare Nole in fondo Sinner l'aveva ottenuto sul campo vincendo tutti i match, e se fosse successo nessuno avrebbe potuto dirgli nulla. L'ha fatto Medvedev con Zverev, certo il russo non passa per essere il più corretto al mondo, ma intanto uno slam l'ha portato a casa (proprio contro Djokovic). La correttezza estrema paga? Jimmy Connors era corretto? John McEnroe? Cosa si ricorda di loro? Che sono stati dei grandissimi campioni.
Pur ammirando l'impegno dell'azzurro, probabilmente i più sorpresi dell'esito dell'incontro saranno stati proprio Djokovic, che già aveva "mourinhamente" lavorato psicologicamente per far pesare un'eventuale sconfitta ("Sono sicuro che Sinner si impegnerà per vincere"), e il suo angolo con Ivanisevic che ha ammesso che "qualcuno del team diceva che forse Sinner non ci avrebbe provato al 100%, essendo già in semifinale", come a dire che era comprensibile uno scarso impegno vista la situazione. Premesso questo, sono comunque contento che Sinner abbia dimostrato a tutti di non aver paura del numero uno e si sia comportato professionalmente regalandoci la finale migliore possibile. Anche qui, però, si è peccato di poca malizia.
L'errore (forse) decisivo nella finale
Se sulla scelta di giocare al massimo contro Rune ci possono essere pareri contrastanti, credo sia assolutamente condiviso l'errore madornale commesso dall'altoatesino e dal suo angolo nella finale, quando sul 2-1 Djokovic del primo set e palla break a favore del serbo è stata chiamata fuori una risposta di Sinner che in realtà era dentro. Non chiamare "il falco" in quel caso è stato un errore gravissimo.
Anche se il giocatore e l'entourage l'avevano vista fuori, in quei casi il replay si chiama SEMPRE perché è un punto decisivo e, come poi si è visto, ci potrebbe essere un margine d'errore che potrebbe giocare a favore. Sono sicuro che Djokovic e il suo angolo l'avrebbero chiamato, ma non solo loro, in quei casi si chiama SEMPRE. Probabilmente il serbo visto ieri (e contro Alcaraz) avrebbe vinto comunque ma è indubbio che quel break sia pesato come un macigno sul morale di Sinner e abbia dato una svolta alla partita che, anche se eravamo ancora all'inizio, in quel momento viveva sul piano dell'equilibrio.
Concludendo, Sinner va assolutamente lodato per quanto fatto, probabilmente il suo massimo attuale, e va applaudito per il grandissimo torneo, ma se vogliamo trovare il pelo nell'uovo, oltre alla crescita mentale e tecnica per diventare numero uno, l'azzurro deve crescere in malizia. Magari restare meno freddo, sfogare di più sul campo le sue emozioni anziché interiorizzarle e subirle, ma anche pensare in modo più "agonistico", utilizzando trucchetti come ad esempio chiamare il falco per rompere la concentrazione dell'avversario, che lo stesso Djokovic fa, e che ieri era doveroso fare per i motivi già detti.
Grazie Jannik per questo 2023 ma ci aspettiamo tantissimo da questo 2024, ti manca veramente poco per essere il numero uno.