Opinione: Sinner può trionfare anche sulla terra rossa, ma non mettetegli troppa fretta
Fioccano sui giornali i giochi di parole sull'inizio della "stagione rossa" che vedrà Sinner mettersi alla prova sulla terra battuta, dopo aver dominato sul cemento. L'obiettivo è, manco a dirlo, il n.1 di Djokovic, realmente alla portata dell'altoatesino considerando i pochi punti da difendere sulla polvere di mattone: 585 tra Monte Carlo, Madrid , Roma e Parigi.
Nel Masters 1000 del Principato, Sinner però non partirà favorito e non bisognerà storcere il naso di fronte a risultati che potrebbero non essere in linea con le aspettative. Si tratterà, infatti, di un adattamento alla superficie dopo dieci mesi tra erba e cemento. Come ha spiegato il coach dell'altoatesino, Simone Vagnozzi, intervistato da Republica: "Monte Carlo, con i pochi giorni che avremo per adattarci, sarà una delle fasi più delicate che avremo durante l’anno. Ma per Jannik è importante giocare qualche match sulla terra, si va a Monte Carlo tranquilli, cercando di fare il meglio possibile, sapendo che è un adattamento. Poi avremo Madrid, Roma e Parigi ma, come tutte le cose, valuteremo di settimana in settimana".
Questo non vuol dire che Sinner non potrà essere competitivo ai massimi livelli anche sulla terra, sebbene non sia la superficie preferita e debba un po' adattare il suo gioco. Come afferma lo stesso Vagnozzi: "Penso che quando si trova una strada che funziona non bisogna cambiare. Dobbiamo continuare a comportarci così. Io sono convinto che Jannik sarà molto competitivo anche sulla terra. E, in fondo, era questo l’obiettivo: poter arrivare in fondo in tutti i tornei”.
Al varco lo attende Djokovic col "mal d'Italia"
Ad attenderlo al varco c'è un Novak Djokovic che medita una vendetta contro l'Italia. Dopo essere stato eliminato dalla nazionale azzurra in Coppa Davis, trofeo che manca al serbo e a cui teneva molto, è stato prima surclassato da Sinner agli Australian Open e poi addirittura umiliato da Nardi a Indian Wells. Eventi in rapida successione che l'hanno fatto riflettere al punto di arrivare a una rottura con il coach storico Goran Ivanisevic. Per lui che ha sempre avuto un ottimo rapporto con l'Italia per motivi personali, c'è il rischio di un'idiosincrasia per motivi sportivi .
A Monte Carlo ci si aspetta una risposta proprio dal serbo, che insieme ad Alcaraz è il favorito finale per vincere il torneo. Tutto dipenderà però dalla sue condizioni, che per forza di cose dovranno essere molto migliori di quelle mostrate fin qui nel 2024 se vorrà mantenere il primato in classifica.
Se Sinner avrà poco tempo per adattarsi a Monte Carlo (nonostante sia casa sua), Djokovic ne ha già calcato da giorni i campi in terra battuta allenandosi con Holger Rune.
L'intenzione è chiara: Nole vuole far vedere ai giovani virgulti che dovranno ancora fare i conti con lui. Vediamo se alle intenzioni seguiranno i fatti. E vediamo come si comporterà il suo avversario numero 1 in questo momento....il numero 2 Atp.
Il pianeta rosso, un mondo colonizzabile
Il primo a nutrire dubbi, almeno a parole, è lui: "Adesso arriva la terra battuta e sarà diverso", ha detto Jannik Sinner a caldo dopo aver vinto il Miami Open. Dubbi che manifestano in molti, ma in realtà - anche se non ci va a nozze come con il cemento - l'altoatesino ha già dimostrato di poter dire la sua sulla terra rossa. L'ha fatto anche su quella più prestigiosa, e in tempi in cui ancora non si pensava potesse arrivare tra i primi tre del mondo. Anzi, a dirla tutta, è proprio lì che si è "manifestato al mondo".
È il 2020 quando uno Jannik 19enne arriva ai quarti di finale del Roland Garros dopo aver eliminato il n.13 di allora, David Goffin e il numero 7, Alexander Zverev. Di fronte c'è un certo Rafael Nadal, re incontrastato della superficie. Sinner esce sconfitto dall'incontro, come era logico attendersi, ma non senza aver fatto sudare un po' il maiorchino, che nei primi due set deve ricorrere a tutta la sua esperienza per venirne a capo. Alla fine vincerà col punteggio di 7-6 6-4 6-1. Un punteggio e una prestazione che faranno pensare agli addetti ai lavori...."Però, non male però questo ragazzetto mingherlino dai capelli rossi". In altre parole fu proprio il Roland Garros a battezzare il talento di Sinner facendolo conoscere al mondo. E chissà se proprio quest'anno a Parigi si chiuderà il cerchio....
Quando si parla di Sinner in difficoltà sulla rossa, forse a trarre in inganno sono le prestazioni del 2023, quando l'altoatesino fu eliminato al Roland Garros nel secondo turno dall'underdog tedesco Daniel Altmaier (che salvò due match point) in cinque set: 6-7 7-6 1-6 7-6 7-5. Una delusione bruciante per quella che era la testa di serie n. 8 del torneo, e che arrivava dopo una scofitta ai quarti di Roma contro Cerundolo, un forfait ai quarti a Barcellona contro Musetti, e un'altra sconfitta in semifinale a Montecarlo contro Rune. Resta negli occhi, insomma, la debacle parigina per i tempi (gli ottavi) e i modi (il carneade Altmaier), ma non si tiene conto del periodo di pessima forma in cui l'altoatesino affrontò la terra rossa più prestigiosa.
L'anno precedente, nel 2022, quando Sinner decise di cambiare allenatore e fu colpito da qualche infortunio di troppo, fu sconfitto ai quarti a Montecarlo e e Roma (contro Zverev e Tsitsipas),mentre a Parigi fu bloccato agli ottavi da Rublev soltanto per un problema al ginocchio (prima di rititarsi aveva vinto il primo set 6-1...). Qualche settimana dopo però si tolse la soddisfazione di vincere quello che è finora l'unico titolo sulla terra battuta, a Umago, e contro Carlos Alcaraz.
Si cambia sport
Insomma, l'altoatesino sulla terra non è un pesce fuor d'acqua, anche se per il suo forcing da fondo l'ideale è il cemento. Qui sulla terra dovrà sciorinare anche altri pezzi del repertorio e magari qualche tecnica affinata per l'occasione insieme a Vagnozzi e Cahill. Perché, a differenza del cemento dove Sinner può bombardare sulle linee e l'avversario a stento riesce a vedere il rimbalzo della pallina, qui è tutto estremamente rallentato e quindi è molto più semplice organizzarsi per rispondere al colpo. Soprattutto se, come nel caso di Altamaier e Cerundolo lo scorso anno, chi l'affronta se ne sta tre o addirittura quattro metri oltre la linea di fondo.
Ecco quindi che potrebbero tornare utili altre armi che Sinner ha forgiato nella pregiata fonderia Vagnozzi&Cahill, come la palla corta o il gioco a rete, ma soprattutto i chili di muscoli - circa tre - che ha messo su da quando lavora con i nuovi coach. La terra rossa, infatti, richiede un grande sforzo fisico: la palla può essere più pesante per l'umidità e il batti e ribatti da fondo può diventare estenuante, aumentando lo sforzo fisico a dismisura. Non a caso si dice che sulla terra battuta è quasi un altro sport, ma Sinner ha già dimostrato di imparare in fretta.