Spalletti si presenta come allenatore dell'Italia: "Serve appartenenza alla maglia"
È come il primo giorno di scuola per Luciano Spalletti. Nominato pochi giorni fa commissario tecnico dell'Italia, l'allenatore toscano si è presentato oggi ai media nella sua prima conferenza stampa da guida della nazionale. E si è presentato ricordando quando per lui la felicità sia alla base del suo lavoro.
Una felicità che lui ha raggiunto a Napoli, vincendo lo Scudetto: "Io mi rifletto nella felicità altrui. Non riesco a essere felice se non vedo felice la gente attorno a me. Napoli e i napoletani sono stati la mia felicità. Chi vestirà la maglia della Nazionale deve essere felice, attraverso questa felicità si riuscirà a dare il meglio".
Poi, un riferimento alla questione della clausola che lo legherebbe ancora a livello legale al club azzurro: "Sono stato felice dalla prima telefonata che ho ricevuto. Napoli è stata un'esperienza bellissima, qualcosa di travolgente. Sulla clausola non retrocedo. Gli avvocati sono a lavoro, spero che presto si possa arrivare alla soluzione".
Ripartire
Per il tecnico toscano la ripartenza dal centro sportivo di Coverciano lo riporta indietro a grandi emozioni provate in passato: "Sono stati giorni intensi, dovevano darmi tutti quegli elementi per poter sviluppare bene il mio lavoro e la mia professione. Ho trascorso molto tempo a Coverciano, qui è l'Università del calcio. Ho imparato tantissime cose che ho riportato nel mio lavoro. Essere qui alla mia presentazione da Ct è un'emozione indescrivibile, un sogno che parte da lontano".
L'idea di Spalletti è quella di ripartire per rinascere e ridare entusiasmo a una nazionale che viene da due insuccessi di seguito a livello mondiale: "Avevo 11 anni, al Mondiale del Messico 1970 andai a chiedere a mia mamma di farmi una bandiera dell'Italia per festeggiare il 4-3 contro la Germania. Dobbiamo sperare di far rinascere il sogno di quella bandiera in tutti i bambini che guardano la Nazionale italiana".
Appartenenza
Spalletti non ha dubbi quando gli chiedono quale sia la condizione basica per riuscire a diventare nuovamente grandi: "Serve appartenenza per questa maglia perché non è una maglia qualisiasi. Abbiamo dei campioni che ci hanno dimostrato l'appartenenza alla Nazionale: penso a Buffon, Mazzola, Riva, Rivera, Baresi, Maldini e Baggio".
Infine, una parola sui suoi modelli d'ispirazione: "In questi giorni ho sentito Marcello Lippi, i suoi consigli sono importanti. Questi campioni sono sempre con noi, anche quelli che non ci sono più come Gianluca Vialli. Sono i nostri spiriti guida".