Serie A, un fulmine improvviso di Vecino permette alla Lazio di espugnare il Maradona
Ci voleva un ex pretoriano di Luciano Spalletti come Matias Vecino per far cadere il Maradona, stadio ancora imbattuto nella stagione attuale, per quanto riguarda il campionato. Il secondo gol per l'uruguaiano in campionato, contro il tecnico che lo ha esaltato all'Inter, è arrivato come un fulmine a ciel sereno su un Napoli che con la Lazio cade dopo aver sì dominato nel possesso palla ma senza averlo mai davvero concretizzato.
Con la porta inviolata per quattro partite, l'undici partenopeo incappa in una sconfitta inaspettata contro una Lazio che, a dispetto del credo di Maurizio Sarri, si è dovuta adattare per sopravvivere, preferendo il contropiede all'orchestrazione delle azioni e trovando l'acuto vincente su una conclusione potentissima dai trenta metri da parte di un Vecino che ha premiato l'allenatore toscano, che lo aveva voluto titolare in mezzo al campo al posto di Cataldi. Un'intercettazione sbagliata di Khvicha Kvaratskhelia, che ribatteva il pallone nella zona interna del campo, permetteva al charrúa di provare di contro balzo dritto per dritto, ottenendo una potenza di traiettoria che non lasciava scampo a un incolpevole Meret.
Arrivato al 67esimo, il fulmine biancoceleste spezzava in due le ambizioni dei partenopei, che avrebbero recriminato poco dopo per un palo colpito da Osimhen, seguito poi da un miracolo di Provedel su Kim. Due episodi poco fortunati in un secondo di gioco riassumevano la condizione di un Napoli inceppato, lontano parente di quello che in ogni partita crea almeno cinque palle gol nitide. La sveglia dell'ex Sarri scuote il Maradona, che non è più invincibile in campionato. Osimhen è stanco e si vede, mentre Kvara è stato ingabbiato bene. Per Sarri, il fine ha giustificato i mezzi. Anche se ha dovuto mettere via l'estetica che tanto idolatra.