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Sarri e la svolta con Felipe Anderson alla Mertens

Antonio Moschella
Sarri e la svolta con Felipe Anderson alla Mertens
Sarri e la svolta con Felipe Anderson alla MertensAFP
L'allenatore toscano utilizza con profitto il brasiliano da centravanti di movimento, proprio come accadeva con il belga

Orson Welles, storico regista e drammaturgo statunitense, ammise che i suoi migliori film vennero fuori da produzioni con budget piuttosto piccoli. I limiti e le restrizioni, spesso aguzzano l'ingegno. Specialmente nel caso dei grandi intenditori. E Maurizio Sarri (63), che di calcio giocato ha scritto vari copioni interessanti, ha dimostrato di saperne tantissimo. 

L'assenza obbligata di Ciro Immobile (32), che resterà fuori dai campi di gioco almeno fino a gennaio per via di un infortunio, ha in qualche modo costretto il tecnico toscano a cercare un'alternativa valida per non perdere velocità e profondità, nonché armonia di gioco in un sistema che sembra essere sempre più fluido. 

La vittoria dei biancocelesti a Bergamo per 2-0 ha però come fondamenta sia la grande coesione a livello di palleggio impostata da Sarri, sia un'altra felice intuizione dell'ex allenatore del Napoli. Una mossa che ricorda qualcosa di già visto in passato proprio durante l'esperienza di Sarri all'ombra del Vesuvio, ossia l'utilizzo di un attaccante esterno dinamico adattato come punta mobile. Poi rivelatosi un grande cecchino.

Se a Napoli l'allenatore toscano puntò su Dries Mertens (35) per sopperire all'infortunio di Arek Milik (28), a Roma è toccato a Felipe Anderson (29) sostituire in avanti Immobile. Un compito piuttosto arduo, visti i numeri e il rendimento del capitano laziale, un cannoniere infallibile nel campionato italiano. Tuttavia, il gol del brasiliano che ha chiuso la partita a Bergamo ha confermato la bontà della scelta di Sarri.

Lo stesso tecnico bianco celeste avrebbe poi effettuato una scelta simile nella sua unica stagione alla Juventus, puntando su Paulo Dybala (29), per sostituire Gonzalo Higuain (35). Se il primo aveva già convinto in quel ruolo nel Palermo, con la Vecchia Signora realizzò otto reti totali in 23 presenze schierato da centrattacco. 

Terminale offensivo di una squadra che ha trovato la quadra, come dimostrato dai 23 gol realizzati e dagli appena cinque subiti, Felipe Anderson è in questo momento un'alternativa di lusso a Immobile, un bomber per molti impossibile da rimpiazzare. Tuttavia, il match di Bergamo ha fatto capire a tutti quanto le sue abilità tecniche e la sua velocità di movimento possano essere utili alla Lazio per coniugare un gioco armonioso e un'estrema concretezza sotto porta.

Proprio come accaduto con Mertens nella stagione 2016-17, l'adattamento di un elemento sgusciante abituato a giocare in fascia a punta delegata a sfruttare i passaggi in verticale potrebbe essere un punto di svolta per una Lazio che in campionato sta puntando a dar fastidio ai piani alti. A livello statistico sarà duro ripetere i numeri del belga, che in quell'annata realizzò ben 28 reti totali, ma l'idea di Sarri sembra aver già dato i suoi frutti nell'immediato.  E se il buongiorno si vede dal mattino, chissà che il brasiliano non possa essere più che una semplice ruota di scorta in una corsa logorante come quella di quest'anno, dove i mondiali spaccheranno in due la stagione.