Pogacar: "Non ho mai avuto un idolo, i paragoni coi grandi sono belli ma seguo la mia strada"
"Qualsiasi paragone con i grandi del ciclismo è bello ma non mi piace confrontarmi agli altri e poi non so molto della storia dell'epoca perché non ero neanche nato. Mi piace dire che voglio seguire la mia strada, vivere il momento e non guardare al passato e preoccuparmi della storia". Lo ha detto Tadej Pogacar al Festival dello sport di Trento
"Non ho mai avuto un idolo, da giovane non mi interessavo molto al ciclismo - ha spiegato -. Quando ero in Slovenia guardavo il Tour e poi quando ho iniziato ad appassionarmi c'era Schleck , ma non ho mai avuto un idolo. Mi piace guardare la corse, mi piace farlo da lontano, non mi piace quando si aspetta al traguardo. Forse è per questo che corro in questo modo".
"Ho pensato al tris Giro-Tour-Vuelta ma volevo il Mondiale"
"Devo dire che ho pensato di farle tutte tre. Ma c'erano anche le Olimpiadi e poi il mio corpo aveva bisogno di riposo e andare alla Vuelta e cercare di vincere significava saltare le Olimpiadi e fare un training specifico per abituarmi all'altitudine e non è facile perché devi essere nella forma migliore e quest'anno sarebbe stato impossibile. Quest'anno poi l'obiettivo era ottenere la maglia iridata quindi la decisioni che ho preso erano giuste", ha sottolineato.
"Al Giro ho avuto un paio di momenti difficili ma è andato bene perché ho fatto un ottima preparazione - ha spiegato lo sloveno -. Dopo il Giro mi sono preso qualche giorno per riposarmi e mi sono reso conto che potevo andare al Tour nella mia forma migliore e mi sono isolato per prepararmi al meglio. Arrivato, al Tour, mi sono reso conto alla prima settimana che potevo farcela, ma non è mai facile". Pogacar ha anche ammesso che "ci sono stati molti momenti quest'anno in cui non pensavo sarei riuscito a vincere in alcune gare, mi sentivo davvero al limite a livello mentale e fisico, ed è stato difficile arrivare primo al traguardo".