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Parigi 2024, gli atleti della Palestina: "Siamo qui per la causa e non per medaglie"

L'arrivo degli atleti palestinesi a Parigi
L'arrivo degli atleti palestinesi a ParigiAFP
'Umanamente e moralmente è impossibile noi e gli israeliani'

"Il Comitato Olimpico Israeliano ha perso il diritto morale, sportivo, umanitario e legale di partecipare, incoraggiando e, per alcuni di loro, partecipando alla guerra, al genocidio e alla pulizia etnica in corso a Gaza". La squadra della Palestina arriva ai Giochi, e più che alle speranze di podio pensa al messaggio da lanciare al mondo in difesa sulla sua causa.

Il presidente del Comitato olimpico (e della federcalcio) palestinese Jibril Rajoub non si fa pregare per esprimere con durezza ciò che pensa e che molti hanno chiesto anche in questi giorni al Cio. Così non sarà, la squadra israeliana di calcio ha già esordito ai Giochi. Ma, tiene a specificare Rajoub, "da un punto di vista psicologico, umanitario e morale, è impossibile per gli atleti palestinesi affrontare gli israeliani durante le gare delle varie discipline". "Noi siamo le vittime e loro i criminali", ha aggiunto Rajoub, storico membro di Fatah, il partito del presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e desideroso anche di ricordare che dallo scorso 7 ottobre a oggi nella Striscia di Gaza "sono morti 300 atleti, dipendenti e volontari del mondo del nostro sport".

"Non siamo qui per le medaglie ma per coinvolgere quante più persone possibile riguardo alla causa palestinese"

Ad accogliere il team palestinese al Terminal C2 dell'aeroporto parigino di Roissy-Charles de Gaulle c'era un centinaio di persone molte delle quali con la kefiah e bandiere palestinesi in mano, al grido di ''Free Free Palestine'' e "Da Parigi a Gaza, resistenza, resistenza". Per gli atleti palestinesi presenti a Parigi la loro presenza è un messaggio forte.

"Non siamo qui per le medaglie ma per coinvolgere quante più persone possibile riguardo alla causa palestinese. Non mi interessano i soldi. Se una medaglia mi permette di attirare più attenzione, è questo che mi interessa", ha spiegato all'Afp Yazan Al Bawwab, nuotatore in gara nei 100 dorso, che indossava un berretto di Parigi 2024, e il gilet bianco della delegazione palestinese striato di nero con in filigrana i motivi a quadretti della kefiah.

"Ho l'opportunità di essere ascoltato come palestinese mentre migliaia e migliaia di persone vengono trattate in modo disumano e come numeri - ha aggiunto Al Bawwab, già presente anche a Tokyo 2020 -. Non c'è alcuna pressione su di noi. La pressione è sui palestinesi in Palestina", che, secondo il dorsista che ha come modello l'azzurro Ceccon, "non smette di soffrire".

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