Né Messi né Cristiano: la grande occasione del Pallone d'Oro
Nel 2003, Pavel Nedved conquistò il Pallone d'Oro davanti a Thierry Henry e a quel Paolo Maldini che, pochi mesi prima, gli aveva alzato in faccia la Champions League vinta dal Milan contro la sua Juventus all'Old Trafford.
Il fuoriclasse ceco non giocò quella gara per squalifica alimentando i rimpianti dei tifosi della Vecchia Signora che fu costretta a giocare la partita più importante della stagione, "per un giallo inutile" senza uno dei suoi due migliori calciatori.
L'altro, Gigi Buffon, vinse il premio di mvp della finale, sebbene non ci siano dubbi sul fatto che entrambi avrebbero scambiato volentieri il proprio premio individuale pur di aggiungere una coppa dalle grandi orecchie al proprio palmarés.
L'egemonia
Ebbene, quell'edizione del Pallone d'Oro è tornata d'attualità ieri dopo che è stata ufficializzata l'assenza di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi dalla lista dei nominati al premio individuale più importante del mondo del pallone.
Un evento che non si verificava proprio dal 2003. È altrettanto vero che per vedere uno dei dominatori assoluti del calcio moderno sul podio si sarebbe dovuto attendere fino al 2007, quando CR7 e la Pulga, nell'ordine, si piazzarono alle spalle di Kaká, l'ultimo rappresentante della Serie A a vincerne uno.
Da quel momento in poi, però, il Pallone d'Oro si è trasformato in una corsa a due tra il lusitano e l'argentino che hanno accaparrato 13 dei 15 trofei consegnati dal 2008 al 2023: otto se li è portati a casa l'extraterrestre di Rosario, tre in più rispetto al fenomeno di Funchal.
Il "no" a Lewandowski
Le uniche incursioni "terrestri" sono state quelle di Luka Modric e Karim Benzema nel 2018 e nel 2022, a ulteriore conferma del fatto che dove non arriva la logica, arriva Florentino Pérez. E già, perché nonostante in entrambi i casi si tratti di vittorie meritate e legittime, sembrava davvero impossibile che il premio potesse finire in mani diverse da quelle di Leo e Cristiano (che nel 2018 si arrabbiò enormemente, denunciando di fatto il potere del numero uno del Real Madrid).
Lo sfortunatissimo Robert Lewandowski, invece, lo avrebbe meritato nel 2020, ma France Football decise, tra le polemiche, di non consegnare il premio perché in alcuni casi i campionati nazionali non si erano conclusi a causa dell'irruzione del Covid nel vecchio continente.
La verità, però, è che l'allora centravanti polacco del Bayern Monaco non avrebbe comunque avuto rivali, considerato che i bavaresi avevano conquistato tutti e sei i titoli in palio, compresa naturalmente la Champions League, dopo aver umiliato (8-2) il Barcellona di Messi ai quarti di finale. Per tutta risposta, l'anno successivo, mentre tutti invocavano il sacrosanto risarcimento per Lewy, a vincere il premio fu lo stesso asso argentino che, pochi mesi prima, si era trasferito dal Barça al Psg.
Occasione d'Oro
Qualcuno si è indignato anche l'anno scorso, quando la Pulga ebbe la meglio di un Erling Haaland devastante che aveva vinto da trascinatore il treble con il Manchester City. A far decidere ai giurati che fosse il caso di consegnare a Messi il suo ottavo Pallone d'Oro, nonostante il suo trasferimento all'Inter di Miami e, quindi, fuori dal calcio che conta, fu il Mondiale vinto dall'Argentina in Qatar.
Legittimo. Così come sarebbe stato legittimo premiare Xavi Hernández o Andrés Iniesta nel 2010 o Manuel Neuer nel 2014. E, invece, a vincerlo furono, naturalmente, Leo Messi e Cristiano Ronaldo.
Ed è per questa ragione che, a prescindere dal fatto che la loro presenza ha sicuramente consentito al premio di fare un salto mediatico enorme in avanti, non è una cattiva notizia per il Pallone d'Oro che, 21 anni dopo, si sia voltato pagina perché France Football ha di nuovo l'opportunità di consegnare il trofeo a un calciatore che non sia più importante e riconosciuto del premio stesso.
Una vera e propria occasione d'oro, insomma, per recuperare un po' della credibilità e della suspense perdute. Poi le polemiche continueranno, come succede con il Var. Ma è anche questo il bello del calcio, no?