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Tutti d'accordo: "Correre a Valencia sarebbe sbagliato". E a Sepang torna Iannone: "Sfida folle"

ANSA
Aggiornato
Marc Márquez, Pecco Bagnaia e Jorge Martin in sella alla propria moto
Marc Márquez, Pecco Bagnaia e Jorge Martin in sella alla propria motoLILLIAN SUWANRUMPHA / AFP
Il pilota spagnolo ha assicurato che questo è il momento di "investire le risorse per le persone". Tutto pronto, intanto, per il ritorno in pista del centauro abbruzzese dopo quattro anni di squalifica per doping.

"Innanzitutto è importante ricordare quello che sta succedendo a Valencia, stanno vivendo un momento terribile e vogliamo essere vicini alla popolazione. La gara è un momento di festa e correre tra due settimane a Valencia non è giusto. Ma non sono io che decido, Dorna prenderà la decisione corretta". In conferenza stampa per il Gp della Malesia Pecco Bagnaia rivolge il proprio pensiero alle vittime della Dana a Valencia.

Quanto alla sfida con Jorge Martin per il motomondiale l'italiano prova a mettere pressione all'avversario: "Non devo fare errori, Jorge si trova in vantaggio. Io ero nella sua situazione l'anno scorso e non è la condizione più facile, bisogna restare calmo - sottolinea - . Abbiamo già vissuto la stessa situazione nel 2023 e 2022, essere calmi è la strategia vincente. In questo momento devo rischiare un po' di più, lui ha 17 punti di margine. Potrebbe anche fare sempre secondo. Il modo migliore per attaccare è aprire il gas, io cercherò di vincere entrambe le gare ovviamente cercando di non fare errori. Annullamento dell'ultima gara? Potrebbe non essere giusto ma non sono io che decido - conclude Bagnaia - . Aspettiamo, quello che decideranno andrà bene".

Marc è d'accordo...

"Eticamente sarebbe un errore fare il Gran Premio di Valencia". Marc Marquez non usa mezzi termini e, nel corso delle interviste per il Gran Premio della Malesia di MotoGp, non si sottrae ad una domanda sull'opportunità che si gareggi a Valencia il prossimo 17 novembre. 

Marc Marquez
Marc MarquezMIRCO LAZZARI GP / GETTY IMAGES ASIAPAC / Getty Images via AFP

"Logicamente, come spagnolo, sono sconvolto da queste immagini terrificanti. Siamo lontani, ma abbiamo seguito da vicino cosa sta accadendo e fa molto male vedere gente in quelle condizioni e come la Dana ha colpito Valencia. Evidentemente, la domanda sul grande premio lì è giusta. Per me sarebbe un errore parlarne quando ci sono persone senza casa. Abbiamo perso molti spagnoli, abbiamo perso vite, bisogna destinare tutte le risorse che abbiamo nel nostro Paese a questa gente. Il resto, eventi, sportivi, non sportivi, resta completamente in secondo piano e le risorse dovrebbero andare lì", aggiunge il pilota della Ducati.

..e Jorge pure

"In primis voglio esprimere il mio sostegno e il mio cordoglio per la popolazione valenciana. Correre a Valencia sarà difficile, anche se il circuito è a posto. Sarebbe difficile anche per la logistica, credo che sia meglio correre su un altro circuito. Alternativa a Valencia? Difficile nominare altri circuiti, aspettiamo. Io non vorrei andarci". Anche Jorge Martin si ascrive alla lunga lista di piloti che non vogliono correre a Valencia il prossimo 17 novembre.

Lo spagnolo, in conferenza stampa a Sepang per il Gp della Malesia, sa che in gioco c'è il titolo di campione del mondo e sa di essere il favorito: "Posso vincere il titolo, darò il 100% per portare a casa il trofeo. È un privilegio essere ancora qui con Pecco un anno dopo. Lotterò fino alla fine, per me e per il mio team. È il momento di non fare errori, ne abbiamo già fatti abbastanza. Sono arrivato a questo punto dando il 100% e lo farò anche qui a Sepang, cercando comunque di essere intelligente". 

"Mi sono sempre sentito un po' l'outsider, ma oggi sono semplicemente più maturo. Ho imparato dalla sofferenza, dai momenti difficili, e ho imparato anche a perdere - aggiunge - . Non è la fine del mondo se non dovessi vincere il campionato, d'altronde l'anno scorso è successo lo stesso. Ma abbiamo grande speranza, dobbiamo fare ciò che abbiamo fatto in questa stagione".

Il ritorno di Andrea

"Sono onorato che hanno pensato a me e non potevo non dire sì a questa opportunità non appena mi è stata offerta. La sfida è sicuramente folle, complessa e impegnativa, visto che non guido una moto in questa categoria da anni e senza aver fatto test o cose simili". Andrea Iannone commenta così il suo ritorno in MotoGP, dopo quattro anni di squalifica per doping, grazie alla chiamata del team Ducati-VR46 di Valentino Rossi. L'italiano parteciperà questo fine settimana al Gran Premio della Malesia.

Il 35enne sostituisce Fabio Di Giannantonio che non parteciperà alle ultime due gare dell'anno per sottoporsi a un intervento alla spalla. Iannone era risultato positivo ad uno steroide anabolizzante in un campione di urina raccolto durante un test alla fine del 2019 proprio nel Gp malese di Sepang. Iannone è stato ammesso a correre di nuovo all'inizio della stagione e ha gareggiato nel Campionato del Mondo Superbike. In carriera in MotoGp ha conquistato 11 podi, con una unica vittoria in MotoGP in Austria nel 2016 su una Ducati.