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Focus Formula 1: un ritorno con il botto, Norris e Verstappen danno via alla bagarre, Ferrari arbitro

Finley Crebolder
Verstappen e Norris sono andati ruota a ruota in Texas
Verstappen e Norris sono andati ruota a ruota in TexasČTK / imago sportfotodienst / Eibner-Pressefoto/ Memmler
C'è sempre molto di cui parlare nel mondo non-stop della Formula 1 e Finley Crebolder di Flashscore dà il suo parere sulle storie più importanti che circolano nel paddock in questa rubrica regolare.

Dopo una pausa autunnale insolitamente lunga, la Formula 1 è tornata ed è giusto dire che è tornata in grande stile con uno dei migliori weekend della stagione.

Sebbene il dominio della Ferrari nel giorno della gara abbia impedito agli altri di lottare per la vittoria, il Circuit of the Americas ha dato vita a duelli entusiasmanti come sempre sia il sabato che la domenica; per me, è uno dei migliori circuiti del calendario.

È talmente bello che, mentre lo guardavo, non ho potuto fare a meno di desiderare che si svolgesse proprio alla fine dell'annata, dato che si tratta di un palcoscenico molto più degno per il culmine di una stagione rispetto a quelli che sono stati collocati lì per motivi non sportivi.

Detto questo, il Gran Premio degli Stati Uniti potrebbe comunque rivelarsi un appuntamento decisivo per il titolo, e questi sono i miei principali spunti di riflessione.

Nel vivo della battaglia, Verstappen resta il numero uno

"C'è da dire che tutte le vittorie di (Lando) Norris sono arrivate quando aveva una macchina dominante e che ha vacillato quando è stato messo sotto pressione in una battaglia serrata con altri piloti", ho scritto nella mia ultima rubrica dopo il Gran Premio di Singapore, e ad Austin ne abbiamo avuto la conferma.

È apparso chiaro fin dall'inizio del weekend che la Red Bull aveva colmato il divario con la McLaren durante la pausa autunnale e Max Verstappen ne ha approfittato, battendo il suo rivale per il titolo sia nella volata che nella gara principale per allungare di cinque punti il suo vantaggio in vetta al campionato.

Il britannico è partito in pole position per la gara di domenica ma, non per la prima volta, ha perso la testa della corsa alla fine della curva 1, permettendo a Charles Leclerc di passare grazie ai suoi sforzi per difendersi da Verstappen, che alla fine è riuscito a passare anche lui.

Norris ha poi accelerato fino a raggiungere l'olandese a circa 10 giri dalla fine, e la battaglia che ne è seguita ha ricordato che uno dei due ha lottato ad alti livelli in tutta la sua carriera in F1 e che l'altro è abbastanza nuovo sulla scena.

Verstappen ha infatti difeso in modo eccellente l'ultimo gradino del podio, posizionando più volte la sua auto in modo perfetto per tenere dietro Norris nonostante avesse gomme molto più vecchie, e quando il britannico è riuscito a passare, alla fine ha preso la decisione sbagliata.

Se la penalità di cinque secondi che lo ha riportato alle spalle del suo rivale per il titolo fosse giusta o meno è un aspetto che analizzerò tra un attimo, ma Norris sul momento avrebbe dovuto giocare d'anticipo e farsi superare di nuovo, considerando che aveva molto più ritmo e avrebbe potuto superare Verstappen prima della fine della gara.

Il fatto che abbia preferito rischiare una penalità piuttosto che dover lottare per superare di nuovo l'avversario è sia la conferma della guida difensiva di Verstappen sia l'ultimo dei tanti esempi di come Norris e la McLaren non siano in grado di prendere decisioni sotto la pressione di una vera sfida per il titolo.

Le chiamate controverse mettono le regole sotto i riflettori

Detto questo, Norris ha tutto il diritto di sentirsi offeso per l'incidente che gli ha fatto perdere il terzo posto a favore di Verstappen. È vero che era fuori dai limiti della pista quando ha superato l'olandese, ma è stato indubbiamente costretto a farlo dal pilota della Red Bull; se non avesse preso una traiettoria più larga, i due si sarebbero scontrati.

Tenendo conto di questo, non credo che il britannico possa lamentarsi troppo della penalità che ha dovuto pagare- passare una macchina fuori pista e non restituire il posto è oggettivamente contro le regole - ma può lamentarsi del fatto che Verstappen non abbia ricevuto una penalità a sua volta.

All'inizio della gara, George Russell e Yuki Tsuonda sono stati entrambi coinvolti in incidenti simili - entrambi si trovavano all'interno, come Verstappen, e hanno costretto i loro avversari ad allargarsi - e hanno ricevuto penalità di cinque secondi per aver spinto fuori pista il pilota con cui stavano gareggiando, quindi perché il campione in carica non è stato penalizzato?

Beh, secondo le linee guida ufficiali, l'ha fatta franca perché era in testa all'inizio della curva in cui ha costretto l'avversario a entrare nell'area di fuga, mentre Russell e Tsunoda erano dietro e stavano attaccando piuttosto che difendendo.

Le regole sono regole, ma non sono sicuro che questa sia giusta. Non si dovrebbe infatti permettere ai piloti di far scegliere alla persona contro cui stanno lottando tra lo schiantarsi contro di loro e il superamento dei limiti della pista. Per l'ennesima volta, dunque, gli steward dovrebbero essere meno rigidi e usare più buon senso, giudicando ogni singolo incidente piuttosto che avere una regola discutibile che vada bene per tutti.

Ferrari e Lawson tengono sotto pressione Perez

Con la Red Bull che non ha mai preso sul serio Tsunoda per ragioni che solo loro conoscono, Daniel Ricciardo era l'uomo più probabile per sostituire Sergio Perez come seconda guida, quindi si potrebbe pensare che il ritiro dell'australiano abbia alleggerito la pressione sul messicano, ma ad Austin è apparso chiaro che non è così.

Soprattutto perché Liam Lawson, il sostituto di Ricciardo, è stato uno dei piloti del weekend, guadagnando 10 posizioni la domenica fino ad arrivare nono, a sole due posizioni e 10 secondi da Perez e con una vettura molto più lenta.

Questo farà scattare un campanello d'allarme per "Checo", dato che Christian Horner e la Red Bull hanno ammesso che Lawson potrebbe essere promosso e guidare al fianco di Verstappen nella prossima stagione, se riuscirà a impressionare nelle gare che rimangono quest'anno.

Inoltre, la Ferrari si è presentata nel Lone Star State con il miglior passo di gara di tutti e ha conquistato il primo e il secondo posto, portandosi a soli otto punti dalla Red Bull.

I buoni risultati autunnali della scuderia italiana ha messo i campioni in carica in serio pericolo non solo nella difesa del titolo costruttori, ma anche di poter perdere il secondo posto, il che costerebbe loro molto denaro.

Se ciò dovesse accadere, alla Red Bull potrebbero pagarla cara in tanti e, dato che la mancanza di punti sarebbe una ragione come un'altra per provocare una simile e drastica scelta, quella di Perez sarebbe una delle prime teste a essere tagliata.

Una combinazione tra il successo di Lawson e il sorpasso della Ferrari sulla Red Bull segnerebbe sicuramente la fine dell'avventura in Red Bull per il messicano, il quale adesso sembra avere un disperato bisogno di finire la stagione in bellezza.

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AutoreFlashscore