Liga, un Clásico spartiacque per un Barcellona che punta tutto sul trionfo nazionale
"Non bisogna mai dare per morto il Real Madrid". Queste parole sono passate per la bocca di tutti coloro che hanno giocato in qualche occasione contro i Blancos, la squadra reale di Spagna, quella più titolata d'Europa e con il maggior numero di stelline sul petto. E questa cantilena la conoscono benissimo a Barcellona, dove oggi si gioca un Clásico meno incendiario del solito, visti i 10 punti di distanza, ma nel quale chi ha qualcosa da perdere è proprio il Real Madrid.
Sebbene da un lato è vero che la squadra della capitale è ancora in corsa in una Champions League la cui fase a eliminazione diretta è preclusa al Barcellona da due anni, dall'altro è innegabile che nessun risultato che non sia la vittoria metterebbe la parola fine al campionato attuale. Conquistare i tre punti al Camp Nou sarebbe l'unica medicina per Carlo Ancelotti, che in quel caso si porterebbe a sette lunghezze dai catalani e potrebbe sperare in un piccolo miracolo nel finale. Soprattutto perché le due eterne rivali spagnole dovranno affrontarsi nuovamente anche in Coppa del Re, dove potrebbero aumentare il voltaggio dell'acredine e del livore. In Liga, tuttavia, dopo questo match mancheranno ancora 11 partite, a comporre una parte finale di percorso nella quale potrebbe esserci dunque spazio per una possibile rimonta in volata.
Dinamismo e fastidio
Quello che c'è in gioco oggi al Camp Nou, dunque, è un Clásico meno incendiario del passato in cui Xavi Hernandez scendeva in campo da calciatore e Karim Benzema era già uno dei protagonisti principali. E non sarà neanche un Clásico nel quale saranno il francese e il polacco Robert Lewandowski gli unici sfidanti in quanto numero 9 e principali referenze offensive. Oggi, sarà in mezzo al campo che le due contendenti si daranno battaglia. Sia il catalano sia l'emiliano proporranno infatti un 4-3-3 nel quale uno dei due esterni d'attacco è un centrocampista di battaglia che si adatta a ogni esigenza. Dal lato blaugrana ci sarà l'infaticabile Gavi, un giovane guerriero senza paura e dotato di una qualità di gioco estrema, mentre dal lato madrileno agirà Federico Valverde, più maturo e strutturato fisicamente dell'avversario e adesso indiscutibilmente fondamentale nell'ordine tattico del Real Madrid.
Dominare in mezzo al campo è la consegna principale di entrambi gli allenatori. Xavi punterà su veterano Busquets, De Jong e l'ex milanista Kessie, chiamato in causa proprio per aumentare i muscoli in mediana. Ancelotti si affiderà ai totem Modric e Kroos e in mezzo premierà nuovamente il dinamismo di Camavinga, sempre più a suo agio nel ruolo di sentinella.
Il dinamismo perpetuo per portare al fastidio dell'avversario. Questo il concetto sul quale verterà il Clásico di oggi. Un Clásico che sulla carta i padroni di casa non possono perdere, visto che vincere la Liga è il loro obiettivo principale. Il primo scontro con l'odiato Real Madrid al Camp Nou per Xavi, che ne ha vissuti tanti, potrebbe essere anche il più importante per il tecnico catalano.
Con il terremoto mediatico provocato dall'affaire Negreira, il clima a livello dirigenziale sarà dunque forse più teso che in campo. Non a caso, Florentino Perez ha fatto sapere che non si recherà al Camp Nou per il grande evento. Una scusa per evitare un'altra sconfitta come in Coppa del Re? Lo scopriremo stasera.