La Juventus fa ricorso per la chiusura della curva dopo gli insulti razzisti a Lukaku

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La Juventus fa ricorso per la chiusura della curva dopo gli insulti razzisti a Lukaku

La rissa tra Lukaku e Cuadrado
La rissa tra Lukaku e CuadradoAFP
"Noi sempre attivi contro il razzismo", ha detto il responsabile dell'area sportiva

La Juventus è sempre molto attiva sulle campagne contro il razzismo". Con queste parole, il responsabile dell’area sportiva, Francesco Calvo ha voluto accompagnare la richiesta della società bianconera di fare ricorso per la chiusura di un settore della curva dopo gli insulti di stampo razzista a Romelu Lukaku nel finale dello scontro tra Juventus e Inter valevole per l'andata delle semifinali di Coppa Italia. 

La società torinese, il cui ricorso era praticamente scontato, lo ha presentato in modo ufficiale alludendo anche una collaborazione al protocollo in vigore per le situazioni razziste, come ha ribadito lo stesso Calvo:  "I cori si sarebbero sentiti dal 35esimo minuto del secondo tempo e siamo rimasti sorpresi per il semplice fatto che non ci siano arrivati segnali per attivare il protocollo anti-razzismo, sospendendo la partita”.

In ultima istanza, il responsabile dell'area sportiva bianconera ha voluto indicare come l'evento, essendo un match di Coppa Italia, non presentasse le stesse garanzie di controllo: "Siamo stati sorpresi che non siano stati accettati i nostri aiuti nell’individuazione dei responsabili. Infine, siccome Juve-Inter era una partita di Coppa Italia, era un evento fuori abbonamento. Solo 1028 erano abbonati quel giorno, su 4500 generalmente presenti in quel settore. Sono stati sanzionati con questo provvedimento dei tifosi che non potranno andare a vedere la partita col Napoli ma che magari non erano nemmeno allo stadio quel giorno”.