La Juve nei guai per la vicenda plusvalenze
Se già in campo le cose ultimamente non vanno benissimo, neanche fuori da esso la Juventus sta vivendo giorni sereni. L'ultima botta è arrivata con l'accusa da parte della procura della Repubblica di Torino di una serie d'illeciti che coinvolgono le alte sfere della società torinese.
Come principali capi d'accusa, secondo quanto riportato dall'indagine preliminare dell'inchiesta iniziata oltre un anno fa, sono il falso in bilancio e il falso nelle comunicazioni rivolte al mercato. L'accusa fa leva principalmente sul fatto che la Juve è una società quotata in borsa, il che altererebbe non poco il prezzo del mercato.
Per il momento è stata rifiutata la richiesta di arresti domiciliari al presidente Andrea Agnelli (46), che viene visto come principale responsabile della vicenda. Insieme a lui sono sotto indagine il vicepresidente Pavel Nedved (50), l'ex capo dell'area sportiva Fabio Paratici (50), ora in forza al Tottenham, e anche l' amministratore delegato Maurizio Arrivabene (65), all'epoca già membro del consiglio d'amministrazione della Vecchia Signora. A loro e ad altri membri del CdA della Juve sono stati applicati degli avvisi di garanzia.
La situazione più complicata sembra essere quella delle plusvalenze, che secondo l'accusa sono state "concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie, anche alla luce del contenuto di conversazioni registrate nel corso delle indagini".
Dopo la chiusura della prima indagine, la vicenda dovrebbe continuare in tribunale nel momento in cui i pubblici ministeri faranno richiesta di rinvio al Gip.