Panucci: "Aumento degli infortuni è anche colpa dei social"

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La curiosa tesi di Panucci: "Aumento degli infortuni è anche colpa dei social"

Christian Panucci
Christian PanucciJOSE JORDAN - AFP
L'ex giocatore argomenta così: "C'è un aspetto psicologico, oggi per un calciatore una cattiva prestazione significa ricevere centinaia di messaggi di insulti che restano in testa. Si entra in campo con i muscoli talmente tesi per il carico emotivo che si rischia di infortunarsi"

"L'aumento degli infortuni nel calcio è anche colpa dei social". Ne è convinto Christian Panucci, ex giocatore tra gli altri di Real Madrid e Roma, oggi allenatore e commentatore tv, ospite dell'Howden Talk sui rischi per gli sportivi organizzato a Cervia, in occasione dell'Open d'Italia di golf.

"C'è un aspetto psicologico, oggi per un calciatore una cattiva prestazione significa ricevere centinaia di messaggi di insulti che restano in testa. Pensiamo al povero Di Lorenzo, ottimo giocatore: quanti può averne ricevuti dopo la sconfitta contro la Spagna agli Europei? - ha sottolineato Panucci - si rischiano infortuni da stress, da negatività per una partita giocata male. Si entra in campo con i muscoli talmente tesi per il carico emotivo che si rischia di infortunarsi".

Il paragone con i suoi tempi

Un ruolo naturalmente lo ha anche la preparazione: "Non è una questione di numero di partite giocate in una stagione, che non sono tante di più di quelle che giocavamo noi. È che noi in estate preparavamo il muscolo al fatto che, facendo campionato e Champions, non ci si poteva più allenare. Se non sei allenato, se non hai messo benzina con il lavoro estivo, rischi di più. Oggi d'estate si va in giro a fare amichevoli già dopo una settimana. Se noi guardiamo le partite, tutti i ragazzi hanno i crampi. Ai miei tempi li avevamo in pochi, è proprio perché è cambiato il calcio".