L'accusa chiede di inasprire la pena inflitta a Dani Alves, annullando l'attenuante
Secondo fonti giudiziarie dell'agenzia EFE, l'accusa sta preparando un appello contro la decisione, annunciata la scorsa settimana, in cui il tribunale ha fissato il risarcimento di 150.000 euro alla vittima, fissato come cauzione.
L'attenuante in questione ha permesso al Tribunale di Barcellona di ridurre la pena a quattro anni e mezzo - il minimo previsto dalla legge per la violenza sessuale - quando la stessa Procura chiedeva nove anni di carcere per il giocatore.
Al processo, la Procura e la difesa della giovane si sono opposte all'applicazione dell'attenuante del risarcimento, sostenendo che si trattava della somma che il giudice istruttore aveva fissato come cauzione per il calciatore, il quale più volte ha voluto che la somma fosse consegnata alla vittima, che non ha accettato.
La Procura ritiene inoltre che l'applicazione di un'attenuante a Dani Alves per aver pagato una cauzione di 150.000 euro possa essere discriminatoria, in quanto avvantaggia l'imputato per le sue possibilità economiche.
Anche la difesa della giovane donna intende presentare ricorso contro la sentenza. Secondo l'accusa, infatti, il brasiliano si trovava in una discoteca di Barcellona e ha incontrato la vittima con altre persone, le ha chiesto di ballare e poi l'ha portata in bagno, dove l'ha costretta a fare sesso.
L'ex terzino è uno dei calciatori più decorati nella storia dello sport, avendo vinto 23 trofei solo con il Barça tra il 2008 e il 2016, e stava giocando con i Pumas in Messico quando è stato arrestato, obbligando il club a licenziarlo immediatamente.