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Iniesta si ritira: l'eredità indelebile di un grande del calcio spagnolo (e non solo)

AFP
Il gol di Andres Iniesta è valso alla Spagna la sua prima Coppa del Mondo nel 2010.
Il gol di Andres Iniesta è valso alla Spagna la sua prima Coppa del Mondo nel 2010.Gabriel Bouys / AFP
Andres Iniesta ha segnato il gol più importante nella storia del calcio spagnolo, facendo vincere al suo Paese la Coppa del Mondo per la prima volta nel 2010.

Stamattina, all'età di 40 anni, Andrés Iniesta ha messo fine a una carriera sensazionale, trascorsa per la maggior parte a tirare le fila del centrocampo del Barcellona più forte della storia. Ammirato e adorato in Spagna, anche dai tifosi dei rivali più accaniti del Barça, per molti Iniesta è stato e rimarrà il miglior giocatore del Paese.

È stato una figura chiave della generazione della Roja che ha vinto due campionati europei, oltre al trionfo nella Coppa del Mondo. Iniesta si è formato nell'accademia giovanile del Barcellona, La Masia, dove è entrato a 12 anni, per poi lasciare il club 22 anni dopo, brillando durante le 16 stagioni giocate con la prima squadra dei giganti catalani.

Il centrocampista, che ha formato un trio di centrocampo indimenticabile assieme a Xavi Hernandez e Sergio Busquets per una parte significativa di quel periodo, legando brillantemente con Lionel Messi, ha vinto tra l'altro quattro Champions League, nove titoli di Liga e sei Coppe del Re per un totale di 32 trofei con il Barça.

Dopo aver concluso la carriera al Camp Nou con una doppietta campionato-Coppa del Re, Iniesta è passato al Vissel Kobe, squadra giapponese. Il giocatore ha vinto la J1 League nel 2023 e altri due trofei, prima di passare la scorsa stagione all'Emirates negli Emirati Arabi Uniti.

Iniesta era apprezzato per la sua umiltà ma soprattutto per l'eleganza, la creatività e la magia di cui era capace in campo. Nonostante non fosse un grande goleador, il centrocampista, in gran parte altruista, ha segnato alcuni grandi gol, il più memorabile dei quali è stato quello che ha consegnato alla Spagna la vittoria della Coppa del Mondo del 2010 contro l'Olanda nei tempi supplementari di Johannesburg.

Quattro minuti prima che la partita finisse ai rigori, Iniesta controllò il passaggio di Cesc Fabregas e, quando il pallone gli si posò davanti, lo calciò dove il portiere olandese Maarten Stekelenburg non poté arrivare.

Iniesta si tolse allora la maglietta per festeggiare, rivelando un messaggio scritto a mano sulla canottiera dedicato al compianto Dani Jarque, capitano dell'Espanyol e suo caro amico, morto d'infarto a soli 26 anni nell'agosto 2009.

Un altro colpo di Iniesta che rimase a lungo nella memoria dei tifosi del Barça è stato il suo tiro da fuori area contro il Chelsea nella semifinale di Champions League del 2009. Con il Barcellona in svantaggio di un gol nella seconda frazione di gioco, Iniesta collocò un tiro a giro nell'angolino alto da fuori area, mandando la squadra di Pep Guardiola in finale.

L'eredità nel calcio

I catalani hanno poi vinto la Champions League per completare il primo triplete nella storia del club che alla fine della stagione di trasformò in un Sextete.

Il gol di Iniesta ha aiutato il Barcellona a diventare una squadra che alcuni considerano la migliore di sempre, contribuendo probabilmente a cambiare il futuro dello sport stesso, vista l'importante eredità di quella squadra.

"Tu manderai in pensione me, ma lui manderà in pensione tutti noi", disse Guardiola a un giovane Xavi dopo aver osservato un Iniesta ancora più giovane, appena 15enne, in un torneo giovanile.

Il centrocampista ha giocato quasi 700 partite per il Barcellona e negli ultimi anni della sua permanenza in Spagna è stato applaudito nelle trasferte di tutto il Paese.

Iniesta ha aiutato il Barça a conquistare un altro treble sotto Luis Enrique nel 2015, con l'allenatore che ha paragonato il playmaker al mago Harry Potter.

"Uno, due, tre e whoosh... ha superato il giocatore, è come se avesse una bacchetta magica", ha detto l'ex tecnico del Barça, oggi al Paris Saint-Germain.

Quello verso la vetta non è stato un viaggio senza problemi per Iniesta, nato nella provincia di Albacete, che ha dovuto combattere la nostalgia di casa dopo essere arrivato a La Masia, ossia a circa 500 chilometri di distanza. Piangeva ogni giorno e nel suo libro "L'artista" ha scritto di essersi sentito "abbandonato".

Iniesta ha combattuto i suoi demoni con l'aiuto di psicologi dopo la morte di Jarque e alcuni infortuni preoccupanti, ammettendo di aver "perso la voglia di vivere". Tuttavia, ha saputo tornare in carreggiata dopo essere stato sull'orlo del baratro continuando a deliziare i tifosi della Liga fino alla partenza per una nuova e redditizia avventura in Giappone nel 2018.

"Per me Andres è il giocatore più talentuoso della storia della Spagna: ha un talento spettacolare - ha scritto Xavi in una lettera aperta a Iniesta quando ha lasciato il Barcellona - . Se parliamo della persona, non saprei da dove cominciare. È ammirevole in tutti i sensi, un esempio per gli altri e la personificazione di un giocatore di squadra".