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Il mental coach Civitarese: "Inzaghi ha un vantaggio, Zaniolo ancora una chance"

Giulia Polidoro
Derby di Milano
Derby di MilanoProfimedia
Un altro weekend di Serie A si concluderà domenica sera con la sfida più attesa: lo scontro tra Milan e Inter. Ci sarà tantissimo in gioco nel derby di Milano, con Stefano Pioli obbligato a vincere per risollevare una stagione deludente e Simone Inzaghi che invece dovrà cercare continuità per consolidare un ruolo di primo piano nella corsa alla Champions League, con il Napoli ormai a un passo dallo Scudetto. Abbiamo intervistato Roberto Civitarese, mental coach italiano, che ha analizzato tutti i fattori che dal punto di vista mentale potranno influenzare il derby della Madonnina. A tenere banco nelle ultime ore, anche la questione Nicolò Zaniolo, arrivato a un punto di rottura totale con la Roma.

I rossoneri stanno attraversando un momento molto difficile. Una partita come il derby può essere una svolta per il Milan, contando anche il risultato in Supercoppa?

Le partite sono molto ravvicinate, i derby sono partite a sè. Hanno una carica emotiva ed emozionale particolare. C'è questa capacità da parte di chi vive il derby di resettarsi completamente. Questo vale per tutti i derby, non solo per quello di Milano. Per alcuni tifosi vincere il derby equivale quasi a vincere il campionato. Per il Milan sarà sicuramente un'opportunità per ripartite e per l'Inter di consolidarsi e di dare un po' di continuità alla stagione, ma rimane difficile fare previsioni in un contesto come questo.

Come si aspetta che Pioli approccerà il prepartita, cosa utilizzerà per tirare fuori il meglio dai giocatori?

È una bella incognita. Faccio fatica a immaginare le leve che utilizzerà il mister perché ultimamente le situazioni sono state tutte fortemente negative. Sicuramente dal punto di vista dell'approccio mentale alla gara bisogna utilizzare delle leve positive, bisogna andare a ricordare situazioni analoghe vissute positivamente. Chiaro che sarà un processo difficile perché ultimamente questo non sta funzionando con il Milan, ma credo che Pioli abbia tutte le competenze per farlo e conosca bene tutte le sfumature all'interno dello spogliatoio rossonero. È impossibile pensare che il tecnico del Milan sia passato dall'essere un fenomeno nella gestione dello spogliatoio a maggio a un disastro a gennaio.

Lato Inter, invece, quali sono i punti su cui può premere Inzaghi per caricare i propri giocatori?

Sicuramente ha un vantaggio su questo, soprattutto dopo la vittoria della Supercoppa, che è una leva motivazionale molto forte. Poi c'è quella che riguarda i risultati decisamente migliori rispetto al Milan.

Un'altra motivazione molto forte per l'Inter sarà quella della rivincita nei confronti del Milan, cioé quella di superare una squadra che è comunque attualmente detentrice dello Scudetto e che l'anno scorso l'ha soffiato proprio all'Inter.

Diciamo che ci sono più elementi positivi da utilizzare per preparare la partita da parte di Inzaghi che non da parte di Pioli.

Passiamo al discorso Zaniolo. Come si è arrivati a questa situazione e come si sarebbe potuta evitare?

Le situazioni bisogna sempre gestirle in due: da una parte c'è il club, dall'altra un giocatore. Io penso che ci sia un problema strutturale nel calcio: i contratti dei giocatori. I contratti non sono commisurati alle prestazioni, ma sono fatti in maniera troppo rigida. Per me dovrebbero avere una grossissima parte legata ai risultati. In questo modo si potrebbero evitare i problemi legati ai "mal di pancia" dei giocatori, che avrebbero molti meno problemi di insoddisfazione, perché appunto il proprio compenso sarebbe regolato al proprio rendimento sul campo. 

D'altra parte, la mia domanda è questa: quando una società si rende conto di questi mal di pancia dei suoi giocatori, cosa fa davvero per evitare che la situazione degeneri? Dall'altra parte, è chiaro che il giocatore ha leggittimamente dei suoi desideri che dovrebbero essere manifestati nel modo più trasparente possibile.

Cosa ne pensa dell'approccio che ha avuto Mourinho nei confronti di tutta la questione Zaniolo e delle sue parole in conferenza stampa?

L'allenatore spesso e volentieri riceve imput dalla società e agisce di conseguenza. È chiaro che il suo approccio è molto netto, ma può essere utile per ricompattare il gruppo e deviare l'attenzione su altre problematiche. Mourinho fa un discorso del tipo: "Noi siamo il gruppo, noi siamo la Roma e il nostro problema non sono i singoli".

Quali sono le possibilità di uscire da questa situazione dopo gli ultimi eventi?

Sono dell'idea che è il tempo sempre galantuomo. Penso che la Roma a un certo punto avrà bisogno di Zaniolo. Anche io ho avuto esperienze con giocatori che erano stati messi fuori rosa e dopo sono stati reintegrati. 

Sono dell'idea che bisogna trovare un punto di equilibro che sia positivo per entrambe le parti. Io, come vuole la mia professione, vado a vedere quali sono le risorse che ho a disposizione e come utilizzarle al massimo in funzione dell'obiettivo che voglio raggiungere. Per la Roma Zaniolo è una risorsa e dall'altro lato Zaniolo deve capire che anche il club giallorosso lo è per lui. Ognuno però deve fare la sua parte.