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ESCLUSIVA - Salvo, vice presidente del Platense: "Pellegrino presto titolare nel Milan"

Antonio Moschella
Aggiornato
Marco Pellegrino
Marco PellegrinoTwitter
L''amico di famiglia, sempre presente nello sviluppo della carriera del giovane difensore argentino, ha le idee chiare su di lui. E ricorda come sia stato centrale Martin Palermo nella sua esplosione

Marco Pellegrino è uno di quei prospetti che fin da giovani hanno fatto vedere di essere subito predestinati. Il 21enne centrale argentino da poco approdato al Milan è cresciuto nel Platense, club della periferia argentina, dove fino a 14 anni ha giocato ad alti livelli sia a tennis sia a calcio. Poi, una scelta nella quale è stato fondamentale papà Gabriel ma anche Horacio Salvo, all'epoca coordinatore delle divisioni inferiori del club del quale adesso è vice presidente.

La carriera di Marco Pellegrino
La carriera di Marco PellegrinoFlashscore

Cresciuto a 150 metri dalla casa di Salvo, Pellegrino è sempre stato accompagnato dal padre, come ricorda lo stesso dirigente: "Al momento in cui ha deciso di lasciare il tennis per concentrarsi esclusivamente sul calcio, Marco ha dimostrato una professionalità unica. In questo è stata fondamentale l'educazione impartitagli dal padre". 

Grazie a Palermo

Una volta deciso di optare per il calcio, Pellegrino è stato subito schierato da centrale?

No, in realtà vista la sua bravura con i piedi Marco ha iniziato da esterno largo a sinistra, e a volte è stato impiegato anche da centrale. Poi a 16 anni è stato spostato terzino. A quell'età giocava già con ragazzi più grandi di lui. In seguito, un'intuizione dell'allenatore della categoria under 17 Pedro Bocca lo portò a essere centrale di difesa, il suo ruolo attuale.

Come mai questo cambio?

Marco era già molto alto per l'età che aveva, ed era cresciuto in fretta a livello fisico. La sua stazza e la sua velocità lo hanno così reso perfetto per questo ruolo. All'inizio, però, nonostante le caratteristiche da predestinato non riusciva a rompere la spessa frontiera tra seconda e prima squadra.

In effetti, il debutto in prima squadra è arrivato a 20 anni, oggi come oggi un'età 'avanzata' per un giovane di belle speranze.

A promuoverlo è stato Martin Palermo. Proprio lui, un ex attaccante che molti hanno criticato come allenatore nelle sue prime esperienze ha capito subito quale fosse il potenziale di Marco. Noi lo conoscevamo bene, ma nessun allenatore aveva osato fare quel passaggio. Da inizio anno Pellegrino ha giocato sempre titolare con il Platense, e adesso ha fatto il salto triplo al Milan.

Nuova realtà

Com'è stato il passaggio in rossonero?

È stato tutto molto veloce. Da settimane un osservatore che lavora per il Milan aveva segnalato il suo nome alla dirigenza rossonera. Anche se ora Maldini non c'è più si sono dimostrati molto attenti, chiedendo vari report sul calciatore. E l'operazione del suo ingaggio è stata velocissima. Credo che il Milan avesse bisogno di lui subito, e lui si farà valere.

È una sfida di quelle importanti, anche se la Serie A non è più il campionato top di un tempo.

Ma il Milan è il Milan, e Marco non è uno di quei giocatori che verranno lasciati in prestito a una squadre di metà classifica per farsi le ossa. Anzi, sono convinto che sarà presto titolare in rossonero. Per me ha tutte le caratteristiche per fare al caso di Pioli. È un difensore che gioca sempre con la testa alta. Ecco, in questo è migliorato molto rispetto a quando era adolescente, quando la teneva troppo bassa.

Quali sono queste caratteristiche?

Premesso che parliamo di un marcatore vero e proprio, Pellegrino non va visto come un difensore che non sa cosa fare del pallone. Anzi. Il suo passato da centrocampista lo rende abile nell'uscita dal basso. A lui piace combinare con il centrocampista più vicino, ma se poi deve spazzare lo fa senza problemi! Tuttavia, la sua miglior caratteristica è quella di recuperare subito la posizione. Nel caso in cui qualcuno gli va via, lui è pronto a tornarci subito. Ed ha un passo importante.

Futuro

Cosa ha pensato quando è andato al Milan?

Da una parte mi è dispiaciuto che lasciasse la nostra squadra, ma in realtà ero contentissimo per lui. Perché sapevo che era il nostro miglior prospetto e che meritava questa opportunità. 

Ha parlato con lui gli ultimi giorni?

Sento ogni giorno suo padre, e l'entusiasmo è alle stelle ora che si sono trasferiti a Milano. Il ragazzo è affascinato dal mondo Milan, è determinato a dare il massimo. È un giovane con la testa sulle spalle e farà tanta strada. Nelle caratteristiche mi ricorda molto Lisandro Martinez, forte di testa ma anche bravo a impostare. Ma lui è più alto e robusto.

Potrebbe arrivare presto la chiamata in nazionale di Scaloni? 

Magari ai Mondiali 2026 (sorride).

Niente Arabia per lui, vero?

Con tutto il rispetto, credo che in quel campionato ci vadano solo giocatori a fine carriera o poco ambiziosi. E quest'ultimo non è certamente il caso di Marco.