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ESCLUSIVA - Marco Rossi: “Ho parlato con Spalletti, non voglio incrociarlo agli Europei”

Antonio Moschella
Marco Rossi
Marco RossiProfimedia/Canva
Il commissario tecnico dell’Ungheria, alla sua seconda avventura continentale di seguito, parla di come sta preparando il torneo che avrà luogo in Germania, dove sarà uno tra i quattro allenatori italiani in mostra. Primo nel girone di qualificazione e dopo un'ottima Nations League, l'allenatore torinese elogia i suoi connazionali e parla dell'emozione di aver riportato in auge il calcio in terra magiara.

Sono ormai quasi 12 anni che Marco Rossi, piemontese di nascita e campano d'adozione, ha cambiato la sua vita e la sua carriera spostandosi in Ungheria. Trasferitosi nel giugno del 2012 all'Honved Budapest, che avrebbe riportato al trionfo dopo 25 anni, è oggi allenatore della nazionale magiara, che seppur lontana a livello qualitativo da quella che ha fatto la storia del calcio negli anni '50 è alla sua terza partecipazione di seguito agli Europei, la seconda con lui in panchina. Contattato in esclusiva da Diretta.it, il tecnico piemontese approccia l'avventura che avrà inizio a giugno, prima della quale la sua Ungheria affronterà due amichevoli a marzo, la prima contro la Turchia di Vincenzo Montella.

Mister, per preparare l'Euro2024 sfida già subito un italiano?

Una volta raggiunti entrambi la qualificazione ho parlato con Vincenzo (Montella ndr) e abbiamo pensato bene di organizzare quest'amichevole. Giocheremo a Budapest e sarà un test importante per vedere come siamo messi, quattro mesi dopo l'ultima partita ufficiale.

Oltre a voi due ci saranno altri due tecnici italiani all'Euro, Francesco Calzona della Slovacchia e ovviamente Luciano Spalletti, Ct azzurro. Ha parlato anche con loro?

Calzona l'ho sentito varie volte, soprattutto quando ha preso l'incarico con la nazionale slovacca, devo dire con molta umiltà mi ha chiesto diversi consigli. E sono contento che abbia fatto un buon lavoro, la sua squadra dispone di ottimi giocatori come Skriniar e Lobotka. 

E Spalletti?

Luciano l'ho visto anche di recente ai sorteggi di Amburgo. Ora è con l'Italia ma è reduce dall'ottimo lavoro fatto a Napoli, ed è qualcosa che si è visto tranquillamente durante un campionato nel quale il Napoli ha dominato, soprattutto fino al Mondiale. Credo che in quei primi quattro/cinque mesi gli azzurri abbiano espresso il miglior calcio in Europa. Quel che è stato fatto è stato irripetibile, probabilmente Spalletti se n'è reso conto e per questo ha pensato di lasciare.

Ripetersi sarebbe stato praticamente impossibile

Vincere a Napoli non accadeva da 33 anni e ripetersi sarebbe stato sicuramente ancora più complicato. Io stesso, nel mio piccolo, ho preso una scelta simile quando lasciai l'Honved dopo aver vinto il campionato e da quel momento l'Honved non solo non ha più vinto ma non è neanche più finito tra le prime tre. 

Ora a Spalletti tocca affermarsi in nazionale.

La vittoria col Napoli è stata la culminazione di un lavoro eccezionale in tutta la sua carriera. Luciano non avrà vinto tantissimo ma la sua Roma era uno spettacolo, poi ha comunque vinto in Russia, a dimostrazione del fatto che con i giocatori importanti lui è uno che può trionfare.

Sogna una sfida con lui all'Europeo?

Sinceramente sogno di evitare l'Italia (ride)!. Se avessimo la fortuna e la bravura di passare la fase a gironi vorrei evitare gli azzurri, anche perché se penso che l'ultima partita che ho perso è stata proprio contro di loro. Ecco, preferirei non incrociare di nuovo l'Italia.

Per quanto riguarda il sorteggio del girone, stavolta è andata meglio rispetto all'edizione 2020, quando la sua squadra aveva comunque fatto due punti in un raggruppamento con Portogallo, Francia e Germania...

In quell'occasione abbiamo commesso qualche errore che abbiamo puntualmente pagato. Alla fine fortuna e sfortuna si compensano sempre. Stavolta sulla carta è più semplice, ma ci saranno comunque delle insidie. Intanto perché la Germania è padrona di casa e avrà tempo di preparare questo torneo, e può contare su un allenatore di primissima fascia come Julian Nagelsmann. Poi la Svizzera arriva sempre bene ai grandi appuntamenti, ha un'ossatura importante e solida, mentre la Scozia potrebbe essere una sorpresa, ha giocatori forti come McTominay e Robertson ed è una squadra molto fisica. La nostra idea è quella di giocarcela con le nostre armi alla pari con tutte.

Possiamo dire quindi che il karma le ha restituito qualcosina dandole un gruppo di qualificazione alla fase finale un po' più abbordabile con Serbia, Montenegro, Bulgaria e Lituania.

Possiamo dire che è stato così, ma alla fine abbiamo vinto il girone davanti alla Serbia, una squadra sulla carta qualitativamente superiore a noi. Nel doppio confronto siamo stati più bravi, e un pizzico più fortunati, riuscendo a vincere in entrambe le occasioni. E per la prima volta siamo passati alla fase finale dell'Euro senza dover transitare per i playoff, arrivando primi, e questa è già di per sé una grossa soddisfazione. Il percorso realizzato negli ultimi tre anni è stato quasi perfetto, a parte le due sconfitte contro l'Italia in Nations League. 

Le ultime partite dell'Ungheria
Le ultime partite dell'UngheriaFlashscore

Nel 2023 la sua squadra non ha perso una partita...

Numeri alla mano siamo l'unica nazionale che ha questa striscia di risultati utili (in realtà anche Belgio e Portogallo, n.d.r.). C'era anche l'Argentina ma ha perso contro l'Uruguay nelle qualificazioni. Sono cose che lasciano il tempo che trovano ma aiutano comunque a trovare più autostima.

Quando ha capito che sarebbe stato un girone trionfale?

Credo a settembre, quando abbiamo vinto in rimonta casa della Serbia, contro la quale ci siamo ripetuti qualche settimana dopo a Budapest. Lì abbiamo avuto la percezione concreta di poterci qualificare. Per quanto riguarda il primo posto ho avuto la sensazione definitiva solo quando siamo andati in vantaggio all'ultima giornata col Montenegro (gol del 2-1 di Szoboszlai al 68esimo ndr) dopo essere stati in svantaggio.

Come si prepara un torneo così importante con tanti mesi senza partite?

Io e il mio staff siamo in costante contatto con i ragazzi. Sappiamo che, oltre a quella con la Turchia, dovremo giocare un'altra partita amichevole, che sarà ufficializzata a breve. Abbiamo un percorso da fare. So che siamo migliorati molto in vari aspetti e abbiamo fatto tesoro dell'esperienza del 2020. L'importante è essere consci di quanto si può fare ma senza mai giocare con timore, perché la paura è la peggior nemica in questo tipo di partite.

Szoboszlai a parte, questa Ungheria non ha a disposizione dei campioni. È forse questo il segreto per costruire un gruppo unito?

C'è Dominik, che è numero 10 del Liverpool ed è la nostra punta di diamante. Poi abbiamo 7/8 giocatori che militano in Bundesliga e giocano ad alti livelli da tempo. Ma nessuno nella mia squadra, per primo Szoboszlai, ha atteggiamenti da superstar. Sono tutti al servizio della squadra perché hanno capito che una delle nostre migliori qualità è proprio la compattezza della squadra.

Qual è il riflesso storico della grande Ungheria degli anni '50?

Ormai non sento più un peso ad accompagnarci, soprattutto ultimamente. E non perché ci sentiamo a quei livelli di gloria, ma semplicemente per il fatto che siamo riusciti a riportare i tifosi di calcio dalla nostra parte. Siamo riusciti a riportare l'entusiasmo in Ungheria, ed è una grande eredità che lasceremo a chi verrà in futuro. 

La forma recente dell'Ungheria
La forma recente dell'UngheriaFlashscore