Dal Real al Real, gli otto mesi del lungo capitombolo di un nostalgico Liverpool
Il colore rosso fuoco che campeggia glorioso sulla maglia del Liverpool sta iniziando a perdere forza e intensità. Sbiadito come un misero cencio lasciato al sole troppo tempo, il Red portato in alto al mondo durante la gestione di Jurgen Klopp ha perso forza e luccichio. E lo ha dimostrato ieri notte sotto i gradoni di Anfield, suo feudo dove non è imbattibile ma sì indiscutibile, come dimostrato dalle urla emozionate dei tifosi incuranti del 2-5 rifilato ai loro beniamini dal Real Madrid. Un Real che solo otto mesi prima era stato giustiziere dei Reds nella finale di Champions League di Parigi, una finale che molti tifosi inglesi ricorderanno più per gli incidenti fuori lo stadio che per la sconfitta. Un Real che ha in parte ricordato che in Europa con i Blancos non si scherza ma che ha anche confermato che, nonostante non camminino mai soli, gli uomini di Klopp non hanno più la stessa esplosività nelle gambe di anni fa.
Se la stagione scorsa il raggiungimento della suddetta finale di Champions e la corsa gomito a gomito con il Manchester City in Premier - una cosa persa solo per un punto - avevano dato conferma della grande forza dei Reds, l'inizio della stagione sembrava aver proseguito su questo cammino. La vittoria in Community Shield proprio sulla squadra di Pep Guardiola alla fine del luglio 2022 aveva contribuito ad alimentare l'illusione di un'altra stagione al top. L'addio di Sadio Mané, sostituito da Darwin Nuñez, non sembrava poi così funesto, viste le potenzialità dell'uruguaiano. Tuttavia, l'euforia di fine luglio venne spazzata via dai mediocri risultati di agosto, con l'intermittenza a farla da padrone. Eccezion fatta per quattro vittorie di fila tra novembre e dicembre, con il Mondiale nel mezzo, i Reds non hanno infatti mai dato l'impressione di riuscire a stabilire una rotta ferma e solida per portare la loro pesante nave alla conquista della Britannia.
Europa amara
Vista spesso come una squadra più adatta alle coppe che al campionato, il Liverpool è invece stato subito bastonato in Champions League. L'esordio stagionale in casa del Napoli fu più che altro un infuocato battesimo in un impietoso Maradona. Le scintille del Vesuvio avrebbero bruciato Virgil Van Dijk e compagni, che tornavano a casa con un 4-1 che a posteriori fu molto meno severo di quanto visto in campo. La casta e la qualità di una squadra nettamente sopra la media avrebbe poi fatto la differenza con Ajax e Rangers, anche se il secondo posto nel girone apriva a scenari possibilmente molto più apocalittici di una vittoria del raggruppamento.
La sfida con il Real Madrid, giustiziere in due recentissimi finali e dunque bestia nera, spalancava le tende di uno scenario sanguinoso. Uno scenario che nella notte di ieri ad Anfield è stato tinto di rosso dagli spagnoli, che come dei tori non si lasciavano irretire dai presunti domatori inglesi. Il rosso fuoco dei Reds avrebbe macchiato lo stesso campo dove l'entusiasmo dei tifosi locali sarebbe stato sotterrato dai cinque gol del Real. Una manifestazione di superiorità d'intenti e di mentalità, ma anche la conferma che la nave di Klopp, da anni in altissimo mare, non sembra più sostenere le onde e le intemperie.
Se l'entusiasmo dei tifosi non è mai scemato, la forza del gruppo è venuta meno. Molto esigente a livello energetico, Klopp ha spremuto a più non posso i muscoli e l'animo di tanti senatori che hanno creato la leggenda di un Liverpool capace di tornare a trionfare in Premier dopo trent'anni e di giocare tre finali di Champions in quattro anni.
Adesso, però, è stata la stessa Europa tanto amata dal tecnico tedesco che sembra aver fermato il suo slancio. L'amara sentenza a confermare che lo slancio è finito. Anche se non si cammina mai da soli.