Da Wembley a Napoli, passando per il Qatar: delusione e speranza, come è cambiata l’Italia
Un'estate (quella 2021) passata a festeggiare un trofeo importantissimo, una primavera (quella 2022) di delusione, analisi e rinnovamento dopo la sconfitta contro la Macedonia del Nord e un inverno, l'ultimo, vissuto ancora una volta da spettatori di un Mondiale per cui gli azzurri non hanno strappato il pass.
Dopo un biennio fatto di emozioni contrastanti, l'Italia di Roberto Mancini si trova nuovamente a tirare una riga e fare i conti con le qualificazioni per i prossimi Europei, che si terranno in Germania tra il 14 giugno e il 14 luglio 2024.
Due le partite da giocare, quella del 23 marzo contro l'Inghilterra e quella del 26 contro Malta. Gli azzurri approcceranno i match alla ricerca di conferme e all'esordio, al Maradona di Napoli, si troveranno a fare i conti con l'avversaria più temibile.
Senza riuscire a centrare la finale, gli inglesi hanno comunque fatto tesoro di un Mondiale in Qatar che ancora più dell'Europeo perso contro l'Italia ha dimostrato che gli uomini di Southgate sono finalmente maturi e pronti ad ambire a trofei importanti. Contro una squadra che potrà quindi tenere conto di tante certezze, gli uomini di Mancini dovranno invece ritrovare i propri punti di riferimento, con tante conferme rispetto alla rosa dell'Europeo 2021 ma anche tantissimi volti nuovi, soprattutto in attacco, dove non ci saranno i punti fermi Lorenzo Insigne (31) e Ciro Immobile (33).
A un anno esatto dalla sconfitta contro la Macedonia del Nord, la curiosità è principalmente volta al progetto giovani annunciato dalla Figc e imbastito dal ct azzurro negli ultimi 12 mesi. Giorgio Scalvini (19), Wilfried Gnonto (19), Simone Pafundi (16): questi i nomi che generano più attesa e i profilo dai quali potrebbe ripartire una Nazionale che nella sua storia (neanche troppo) recente ha sempre avuto un rapporto difficile con gli Under 21.
I due test si riveleranno fondamentali per valutare il processo di crescita, ma dati i differenti valori tecnici delle due squadre (una troppo più matura per gli azzurri, l'altra dal coefficente tecnico nettamente più basso) saranno ancora troppo poco per capire quanto davvero può arrivare lontano l'Italia l'estate prossima in Germania.
Saranno anche le prime gare degli azzurri dalla morte di Gianluca Vialli, che proprio agli Europei era stato uno degli uomini al fianco di Roberto Mancini, contribuendo in maniera netta alla vittoria del titolo. Una grande mancanza che necessariamente influenzerà la sfera emotiva e mentale di tutto il gruppo squadra, un anno e mezzo dopo quell'abbraccio a Wembley passato alla storia.