Ciclismo, Volta a Catalunya: Ciccone e il definitivo salto di qualità di un campione
Lui continua a nascondersi. I tifosi italiani, però, non glielo hanno mai permesso e, di certo, non glielo permetteranno dopo la betta vittoria di ieri in Catalogna. È troppa grande, infatti, la voglia degli appassionati delle due ruote di tornare a gioire per un ciclista azzurro per consentirgli di rimanere nell'ombra in attesa della sua definitiva esplosione.
Anche perché, parliamoci chiaro, sul traguardo di Vallter, seconda tappa della Volta a Catalunya 2023, Giulio Ciccone ha preceduto due fenomeni assoluti: Primoz Roglic e il campione del mondo in carica Remco Evenepoel, ossia due dei principali favoriti a vincere la prossima edizione del Giro d'Italia.
Corsa rosa che vedrà tra i suoi protagonisti anche il ciclista abbruzzese, al quale l'Italia intera chiede di diventare il nuovo squalo, il nuovo Vincenzo Nibali. Ciccone, però, preferisce andare piano. Almeno nelle dichiarazioni: "Sono state dette tante cose, ma con gli anni molto è cambiato. Tutti abbiamo visto che posso vincere delle tappe, ma vincere la generale è un'altra cosa - ha assicurato a Marca all'inizio dell'anno - . Poi è chiaro che cerco di essere competitivo fino alla fine e che si vedrà dove riuscirò ad arrivare. Senza dubbio preferisco molto di più vincere tappe alzando il braccio al cielo che arrivare quinto, sesto o settimo in una generale. La vittoria è un risultato migliore".
Quella ottenuta ai duemila metri di Vallter è stata, per sua stessa ammissione, "una delle migliori vittorie della mia carriera". Sia per gli avversari che ha preceduto nel durissimo sprint iniziato troppo presto da Remco che per le buone sensazioni che ha trasmesso in salita. Nulla di nuovo, è quello il suo terreno migliore.
Tuttavia, l'avvincente avvio di stagione del capitano della Trek-Segafredo sta risvegliando le ambizioni dei tifosi e degli esperti che sono sicuri che, prima o poi, sarà protagonista di una corsa a tappe di tre settimane. E già, perché il secondo posto ottenuto nella Comunitat valenciana a inizio febbraio, il quinto nella Tirreno-Adriatico e i soli sei secondi di distacco da Roglic in Catalogna - con lo stesso tempo di Evenepoel - invitano all'ottimismo.
Per essere protagonista sulle tre settimane ce ne vuole ancora e di certo il primo passo lo deve compiere lui. Soprattutto a livello mentale. Ciccone è un ciclista molto serio e realista e sa i pericoli che potrebbe correre nel caso in cui dovesse ritrovarsi a fare il passo più lungo della gamba.
Dopo un 2021 sfortunatissimo, l'azzurro non ne vuole sapere di rimanere a digiuno e chiudere una stagione in bianco. Arrivare per primo al traguardo è la motivazione principale che lo spinge a salire in sella e non è semplice per un atleta del genere cambiare la propria mentalità e sacrificare un'eventuale vittoria di tappa per puntare a un risultato importante in classifica generale che, però, poi, potrebbe anche non arrivare.
Ma non bisogna mettergli fretta perché un'evoluzione del genere può e deve arrivare soltanto in maniera naturale e, sotto questo aspetto, la prossima edizione del Giro d'Italia sarà un ottimo banco di prova per calibrare le sue ipotetiche aspirazioni. Se, infatti, correndo "per vincere qualche tappa", proprio come piace a lui, si dovesse accorgere di essere rimasto vicino ai migliori anche nella generale, potrebbe scattargli qualcosa in testa magari già in vista della Vuelta e España, alla quale parteciperà a fine estate (quest'anno, niente Tour per lui), o più prevedibilmente della prossima stagione.
Insomma, è normale e legittimo che il suo principale obiettivo per il 2023 sia quello di lanciare il più possibile, come fa quando arriva da solo sul traguardo (vedi Cogne), i suoi occhiali al cielo. Ma se dovesse accorgersi, durante il cammino, di poter ambire a qualcosa di più, non abbiate dubbi che sarà lui il primo a volerci provare.