Tour de France: il duello più atteso della stagione è finalmente arrivato
Gli appassionati di ciclismo hanno passato l'ultimo anno a fare il conto alla rovescia per arrivare a questo momento, il replay dell'emozionante testa a testa con cui Vingegaard e Pogacar hanno "intrattenuto" milioni di spettatori nelle ultime due edizioni del Tour de France. Nell'ultimo "round" si è imposto il danese della Jumbo-Visma, che per questo motivo, e anche per la recente frattura del polso dello sloveno, parte come candidato numero 1, lo stesso distintivo che porterà sulla sua maglia.
"Jonas è il principale favorito perché è stato così dominante nel (Critérium du) Dauphiné e io sto rientrando da un infortunio", ha ricordato 'Pogi' durante i campionati nazionali su strada del suo Paese, dove ha vinto sia in linea che a cronometro, dando il via ai 'giochi mentali' che dovrebbero segnare la 110ª edizione della 'Grande Boucle'.
Il leader della UAE Emirates, 24 anni, sa che il suo grande rivale non gestisce bene la pressione e dovrà sfruttare questa debolezza del danese, in un duello tra due ciclisti che non potrebbero essere più diversi: se Pogacar è raggiante, si nutre di aspettative (sue e altrui), ama essere protagonista e attacca d'impulso, da lontano, con audacia, Vingegaard si "nasconde" nell'ombra, è prudente e ha bisogno dello "scudo" della squadra per credere al 100% nel suo potenziale.
Vice-campione del Tour-2021, il riservato ciclista ventiseienne ha beneficiato nell'ultima edizione dello status di secondo favorito, visto che era Pogacar a cercare la terza vittoria consecutiva nella 'Grande Boucle', oltre che di un super Jumbo-Visma, guidato dall'eccellenza di Wout van Aert, e degli errori di calcolo dell'avversario, che nella sua esuberanza non ha saputo dosare gli sforzi, sprecando le forze che gli mancavano nei momenti decisivi.
Ma se la mente sarà l'altro grande avversario di Vingegaard, nel caso di 'Pogi' potrebbe essere il suo corpo ad abbatterlo. "Il mio polso non ha ancora recuperato completamente la sua mobilità, quindi mi fa ancora male quando prendo le buche sulla strada. Non è al 100%", ha ammesso lo scorso fine settimana lo sloveno, che ha subito fratture allo scafoide sinistro e all'osso semilunare in una caduta alla Liegi-Bastogne-Liegi alla fine di aprile.
Fino ad allora, il due volte campione del Tour era stato indomito, battendo il suo rivale della Jumbo-Visma nel loro unico "incontro" su strada di questa stagione, la Parigi-Nizza; oltre alla corsa francese, ha vinto anche Freccia Vallone, l'Amstel Gold Race, Il Giro delle Fiandre, La Ruta del Sol e la Classica di Jaén, sommando 14 vittorie nel 2023.
Vingegaard, che è stato "solo" terzo alla Parigi-Nizza, è stato altrettanto dominante, ma in gare meno importanti, ad eccezione del Critérium du Dauphiné, che ha aggiunto al suo curriculum stagionale con le vittorie al Giro dei Paesi Baschi e al Gran Camiño.
Egan Bernal, la grande incognita
È facile capire perché nessun altro ciclista punti a intromettersi in questa lotta a due, dove il gradino più basso del podio è - salvo sfortuna o crolli imprevisti dei due migliori corridori del gruppo - il massimo a cui possono aspirare gli altri candidati, a partire dall'ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), terzo nel 2021, vincitore del Giro 2019 e secondo nel 2022, o da Jai Hindley (BORA-hansgrohe), l'australiano che quest'anno ha rinunciato a difendere il suo titolo nella "corsa rosa" per concentrarsi sul Tour.
A loro si aggiungono David Gaudu (Groupama-FDJ), quarto nella scorsa edizione e la più grande speranza francese - Romain Bardet (DSM) e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), al loro addio al Tour, possono sognare, nella migliore delle ipotesi, un piazzamento tra i primi dieci -, gli spagnoli Mikel Landa (Bahrain Victorious) ed Enric Mas(Movistar) o i gemelli britannici Simon (Jayco AlUla) e Adam Yates, quest'ultimo "condannato" a essere il "piano B" della UAE Emirates in caso di tragedia di Pogacar.
La grande incognita di questo Giro è proprio Egan Bernal (INEOS), il campione 2019, che torna in gara dopo due anni di assenza e un "calvario" causato da un grave incidente subito nel gennaio 2022 - si è scontrato con un autobus ad alta velocità mentre si allenava e ha riportato una ventina di fratture, oltre ad avere i polmoni perforati, subendo diversi interventi chirurgici nei primi mesi di recupero.
Con l'assenza di Geraint Thomas, terzo classificato della scorsa edizione, il 26enne colombiano, vincitore anche del Giro 2021, sembra la migliore scommessa per difendere l'"onore" della sua squadra in un'edizione in cui il britannico Mark Cavendish (Astana), alla sua ultima stagione in gruppo, cerca di entrare nella storia e di diventare il ciclista con il maggior numero di vittorie di tappa al Tour, rompendo l'equilibrio con le 34 di Eddy Merckx.
Il 110° Tour de France inizia sabato a Bilbao (Spagna) e si conclude il 23 luglio a Parigi, con gli Champs Elysées che vedranno l'"incoronazione" del successore di Jonas Vingegaard.