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Strade Bianche: la Classica dello sterrato torna con un re e un percorso "Monumentale"

Raffaele R. Riverso
Polvere, epica: Strade Bianche
Polvere, epica: Strade BiancheProfimedia
Tadej Pogaçar ha deciso di cominciare in Toscana una stagione che nei suoi piani lo porterà a essere protagonista in due grandi corse a tappe: il Giro d'Italia e il Tour de France. Il 'Cannibale' è tornato.

C'è un periodo dell'anno in concreto in cui gli appassionati delle ruote recuperano il buonumore e ricominciano a sorridere: si tratta dell'arrivo di marzo che segna anche l'inizio dell'ultimo chilometro dell'inverno. E come tutti gli ultimi chilometri che si rispettino, le emozioni non mancheranno.

A cominciare da sabato prossimo, sulla terra toscano delle Strade Bianche, la gara che aspira, un giorno, a diventare il sesto Monumento. Quello che è certo è che, già da diverso tempo, la Classica dello sterrato ha conquistato il cuore dei campioni e dei tifosi grazie alla sua epica, alla sua polvere, ai suoi fantastici paesaggi impreziositi dai campioni che, stagione dopo stagione, hanno deciso di includerla nella loro 'to do list'.

Planimetria
PlanimetriaStrade Bianche

Basta dare un'occhiata all'albo d'oro per realizzare come, negli ultimi anni, a imporsi nel suggestivo arrivo di Piazza del Campo sia stato sempre un fuoriclasse assoluto: Julian Alaphilippe, Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel, Tadej Pogaçar e Thomas Pidcock, i nomi dei vincitori delle ultime cinque edizioni.

Il naturale favorito

E anche quest'anno la sensazione è che molto difficilmente ad alzare le proprie braccia al cielo sarà un outsider. E già, perché uno dei primi a confermare la propria presenza a Siena è stato sua maestà Pogaçar: il Cannibale dei giorni nostri o, più semplicemente, Pogi.

Ebbene, com'è normale che sia, quando decide di partecipare a una gara, il fenomeno sloveno diventa automaticamente - eccezion fatta per la Milano-San Remo che, però, prima o poi vincerà - il principale favorito. E, infatti, sarà prorpio lui l'uomo da battere per i vari Julian Alaphilippe, Christophe Laporte, Daniel Felipe Martinez, e, naturalmente, per il campione in carica Tom Pidcock.

Per quanto riguarda, invece, Egan Bernal e Sepp Kuss, ci riserviamo la possibilità di dare un giudizio dopo aver visto la loro reazione sui primi trami dello sterrato. Come dicevamo, però, tutto ciò che non sia vedere Pogaçar in cima al podio di Piazza del Campo, potrà considerarsi, a ragione, una sorpresa.

Come un Monumento

Per l'edizione 2024, gli organizzatori hanno fatto di tutto per aggiungere all'epica propria della più polverosa e pittoresca tra le gare el calendario internazionale, le caratteristiche strutturali di un Monumento. Per la prima volta, infatti, si supereranno i 200 chilomentri

L'altimetria
L'altimetriaFlashscore

Per l'esattezza 215 - 31 in più rispetto alla scorsa edizione - 71 dei quali verranno corsi, prima di arrivare sulla massacrante rampa di Santa Caterina, sui 15 settori di sterrato, compresi due passaggi sul Colle Pinzuto (punte del 15%) e Le Tolfe (18%). Due anni fa, Pogaçar cominciò a fare la differenza a 50 chilometri dall'arrivo, sul settore Monte Sante Marie-Cancellara.

E già, perché bisogna ricordare che tutti coloro che vinceranno le Strade Bianche in almeno tre occasioni avranno l'onore di associare per sempre il proprio nome a un settore di sterrato. E non c'è dubbio che anche questo sia uno degli obiettivi che il Cannibale sloveno vuole raggiungere prima di dire basta.

Sulle orme di Pantani

Nel frattempo non resta che godersi la sua classe. In ogni gara. Soprattutto quest'anno che si è messo in testa di emulare i grandi del passato - l'ultimo dei quali, Marco Pantani nel 1998 - provando a vincere sia il Giro che il Tour: "Sono stato paziente e ho adottato un approccio leggermente più lento quest'anno e ho iniziato a correre un po' più tardi - ha fatto sapere il fuoriclasse sloveno - . Sarà una stagione lunga, con due Grandi Giri, un territorio nuovo per me. Ma sono entusiasta della prospettiva. Comincerò dalle Strade Bianche, una corsa che amo e di cui ho un bellissimo ricordo. La mia preparazione è stata davvero buona e correremo per la vittoria".

I piani di Pogi
I piani di PogiFlashscore

E dire che c'è chi vorrebbe che si concentrasse solo sulla Grande Boucle, senza capire che il ciclismo è della gente. Della gente di tutto il mondo che sogna, un giorno, di raccogliere da terra la borraccia del suo idolo, dopo averlo visto passare da vicino. Anche per una sola volta nella vita. 

E, poi, come se fosse facile fare i conti con l'ambizione di Pogi uno che - a differenza dello splendido Jonas Vingegaard, che punta a essere ricordato come il migliore del suo tempo - aspira alla palma di Eddie Merckx, ossia a quella di miglior ciclista della storia.

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