Ardenne, atto II: Pogaçar contro se stesso nella Freccia Vallone
L'Amstel Gold Race ha confermato, qualora ce ne fosse stato davvero bisogno, che, quando la corsa si fa dura, il più duro è sempre Tadej Pogaçar. In questo primo terzo di 2023, il Cannibale del XXI secolo ha vinto 11 volte in appena 17 giorni di gara. L'unica vera sconfitta è arrivata alla Milano-Sanremo, la corsa che, tra tutti i Monumenti, gli si addice meno.
Ancor meno che la Parigi Roubaix alla quale, quest'anno, il fuoriclasse sloveno ha deciso di non prendere parte: "È nei miei piani futuri, ma prima devo prendere qualche chilo e rinforzare le mani per sopravvivere al pavé". L'appuntamento con gli ultimi due Monumenti che gli mancano è, così, rimandato alla prossima stagione.
Dopo aver vinto il Lombardia (due volte) e la Liegi-Bastogne-Liegi, il capitano della Uae ha conquistato anche, dieci giorni fa, il Giro delle Fiandre, distruggendo Wout van Aert e sfiancando Mathieu van der Poel (il dominatore della Sanremo e della Roubaix) che, una settimana più tardi, gli avrebbe dato il consiglio giusto per battere tutti anche all'Amstel Gold Race, Classica della birra e primo atto del Trittico delle Ardenne: "Attacca sul Keutenberg". Detto, fatto.
Il favorito
È vero che all'orizzonte s'intravede già la Liegi di domenica prossima, quando Pogaçar si ritroverà di fronte, nell'ultimo e più importante appuntamento del Trittico delle Ardenne, gli altri big. Tuttavia, il fenomeno sloveno vuole provare ad arrivare al quarto Monumento stagionale dopo aver sgominato la concorrenza anche sul terribile Muro di Huy, il Cammino delle Cappelle, una salita breve ma massacrante con punte che arrivano anche al 19%.
Soltanto il compianto Davide Rebellin (2004) e il belga Philippe Gilbert (2011) sono, infatti, riusciti a vincere le tre corse sulle Ardenne nella stessa stagione. Pogaçar vuole essere il terzo e sono davvero pochi e scoraggiati dalle sue costanti dimostrazioni di forza i rivali che possono impedirgli di fare suo anche il secondo atto del Trittico. Oltre a Thomas Pidcock - che, però, tra i mulini a vento olandesi ha perso, al primo vero attacco, la ruota del Cannibale - da tenere d'occhio anche Mikel Landa, Enric Mas, Ben Healy, David Gaudu e il nostro Giulio Ciccone.
Il percorso
Quasi sicuramente, la gara si deciderà al terzo passaggio sul Muro di Huy, il finale di gara più duro di tutte le classiche. Prima, però, i corridori dovranno lasciarsi alle spalle gli oltre 194 chilometri previsti dall'edizione 2023. A imporsi l'anno scorso, Dylan Teuns bravo a sorprendere Alejandro Valverde che avrebbe voluto chiudere la propria carriera con la sua sesta Freccia. Lo spagnolo, con i suoi cinque successi, resta comunque il ciclista ad aver vinto più volte la corsa delle sette cappelle.
Il percorso prevede per i corridori un totale di 11 salite che rendono massacrante una gara che si deciderà nell'esplosivo circuito finale che verrà affrontato tre volte e che comprende la Côte d'Ereffe (2,1 km al 5%), la Côte de Cherave (1,3 km all'8,1%) e, appunto, le Mur de Huy (1,3 km al 9,6%), che, al terzo passaggio coincide anche con il traguardo finale.
Le salite della Freccia Vallone 2023
Côte de Trasenster (3,3 km al 4,9%) km 30.3
Côte des Forges (1,3 km al 7,8%) km 39
Côte d'Ereffe (2,1 km al 5%) km 101.3
Côte de Cherave (1.3 km al 8,1%) km 114.1
Mur de Huy (1,3 km al 9,6%) km 119.7
Côte d'Ereffe (2,1 km al 5%) km 136.6
Côte de Cherave (1.3 km al 8,1%) km 151.4
Mur de Huy (1,3 km al 9,6%) km 157
Côte d'Ereffe (2,1 km al 5%) km 175.8
Côte de Cherave (1.3 km al 8,1%) km 188.6
Mur de Huy (1,3 km al 9,6%) km 194.2