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Champions League, il vichingo Haaland martella il Lipsia: 5 gol nel 7-0 del City

Antonio Moschella
Haaland celebra il suo quinto gol
Haaland celebra il suo quinto golAFP
Nella goleada degli inglesi c'è lo storico pokerissimo del norvegese che trascina il Manchester City ai quarti e si candida a un ruolo da protagonista dopo essere diventato il capocannoniere della competizione.

Un uno-due devastante. In meno di due minuti. L'attesissimo Erling Haaland ha avuto bisogno di 22 giri di lancette per svegliarsi dal torpore e sancire la qualificazione del Manchester City ai quarti di finale con una doppietta in meno di 120 secondi. Il fragore del martello di Thor del norvegese, che ha nel sangue la possenza della divinità nordica, è stato irresistibile per un Lipsia che non aveva iniziato male ma che è stato travolto dagli arrembaggi degli inglesi, troppo superiori.

Dopo la sua doppietta, sotto forma di un rigore chirurgico e di un colpo di testa da opportunista, un po' di neve si è posata dolcemente sull'Etihad, come a voler omaggiare l'esibizione del centravanti vichingo, il quale però non aveva ancora finito lo show. Haaland voleva il pallone, e prima della fine del primo tempo riusciva a guadagnarselo firmando anche il terzo gol, stavolta in modo rocambolesco dopo un palo colpito di testa da Ruben Dias

Per sbloccarla, tuttavia, la squadra di Pep Guardiola ha avuto bisogno di un calcio di rigore piuttosto dubbio, concesso dall'arbitro sloveno Vincic dopo aver visualizzato tramite il Var un presunto tocco di mani di Benjamin Henrichs, che però aveva solamente sfiorato la sfera, senza cambiarne la traiettoria. Lo stesso Vincic si sarebbe poi reso protagonista di un altro episodio molto discusso, non punendo né con il fallo né con l'ammonizione un'uscita molto avventata di Ederson, che veniva graziato totalmente dopo aver steso Timo Werner al limite dell'area in seguito a un eccellente contropiede dei tedeschi.

L'inizio della ripresa era uno sfilare continuo di un filo già facilmente tracciato nei primi 45'. Il sinistro preciso di Ilkay Gundogan dal limite era il quarto squillo di una concretezza offensiva devastante da parte dei Citizens. Uno squillo che anticipava il quinto urlo Blue, il quarto di Haaland, che risolveva una mischia in area di rigore dopo aver già impegnato il portiere avversario pochi secondi prima. Potenza esplosiva pura, di quelle che fanno tremare i cieli, da martello che diventava pneumatico, visto che pochi minuti dopo su un'altra ribattuta lo scandinavo trovava il quinto centro personale, e stavolta di destro, completando così tutta la cromatura a disposizione. Il gol nel finale di Kevin De Bruyne, che incastonava il pallone nel sette con una calma olimpica, era il sigillo finale dei Citizens.

Poi, era Guardiola a fermarlo sostituendolo dopo 67 minuti di gioco, regalandogli così l'ovazione di tutto lo stadio. Uno stadio che sembra di aver capito che è proprio il norvegese il grande indiziato per portare la Champions sulla sponda blue di Manchester, e tra le mani di quel Guardiola che dal 2011 non la alza al cielo. È il primo pokerissimo per il norvegese il Champions, che eguaglia come Messi e Luiz Adriano, unici a segnare cinque reti. E che adesso, dopo essere diventato il capocannoniere del torneo continentale con 10 centri totali, sembra essere l'arma principale per poter andare finalmente in fondo alla competizione.