Ceccarelli si gode l'oro di Istanbul: "Jacobs mi ha detto che ho corso forte"
"Ogni gara è un po' a sé, quando si gareggia ognuno pensa a fare il meglio possibile e cercare di vincere sempre. Poi ci sono tanti fattori che influenzano la prestazione: potrei essermi fatto trovare più preparato possibile, ho sfruttato il momento buono che stavo vivendo, cercando di gestirlo al meglio, soprattutto a livello mentale, per poter fare esperienza e dire la mia". Così Samuele Ceccarelli, neo campione d'Europa sui 60 metri agli Europei indoor di atletica leggera di Istanbul, ospite di Radio Anch'io Sport, su Rai Radio 1. "Ho ricevuto i complimenti da Jacobs, mi ha detto che ho corso forte" ha aggiunto.
Obiettivo 100 metri, come cambierà la preparazione? "In realtà non cambierà nulla per quanto riguarda gli allenamenti - ha spiegato l'azzurro - Continueremo a fare come abbiamo sempre fatto, con programmi e strutture che hanno reso bene finora. Proseguiamo così, con la testa sgombra e i piedi per terra, ponendoci obiettivi ma sempre molto graduali. L'obiettivo principale, oltre a continuare a lavorare bene in allenamento, è quello di migliorare il 10"45 all'aperto. I risultati sui 60 di questa stagione sono una base di lavoro da cui partire, danno una bella dose di fiducia. Ma per non fare il passo più lungo della gamba, intanto penso a migliorare il tempo attuale, poi al resto ci si penserà un pezzo per volta".
Ceccarelli ha poi parlato della differenza tra i 60 e i 100 metri: "Sono quei 40 metri di differenza che comportano alle spalle tutto un altro tipo di lavoro. Bisogna allungare un po' le distanze, svolgere un altro tipo di lavoro di resistenza alla velocità. Sui 60 metri è una sorta di accelerazione continua, con una fase lanciata quasi nulla, se non appena accennata; sui 100 all'aperto, invece, la differenza la fa la capacità di mantenere l'accelerazione presa fino al traguardo. Dipenderà dalla qualità del lavoro che si riuscirà a fare, ma siamo fiduciosi".
Il 23enne ha poi parlato di Marcell Jabocs e dei suoi consigli: "Quando si è a ridosso della gara, in realtà non c'è molto modo di parlarsi. I consigli sono stati più fatti che parole e anche dei piccoli gesti possono fare la differenza: nonostante fossimo avversari, si è avvicinato e mi ha dato un paio di pacche sulla schiena come a dire vai tranquillo, non ti preoccupare".