Come noto, la Wada, agenzia mondiale antidoping, ha fatto appello al Tas contro la decisione dell’Itia (International Tennis Integrity Agency) di dichiarare "non colpevole e non negligente" Jannik Sinner, trovato positivo al Clostebol, chiedendo una sospensione compresa tra uno e due anni per il numero uno del ranking Atp.
Appello sul quale si è espresso, attraverso un comunicato stampa, la stessa ceo dell'Itia, Karen Moorhouse, che ci ha tenuto a spiegare bene la posizione dell'agenzia che rappresenta.
Il comunicato
"Nel caso di Sinner, comprendiamo che il focus dell’appello è sull’interpretazione e sull’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente nel determinare quale livello di colpa possa coinvolgere il giocatore, piuttosto che sull’indagine dell’Itia sui fatti e sulla scienza".
"Detto questo, riconosciamo che è nostra responsabilità lavorare con i membri della famiglia del tennis per garantire che ci sia fiducia nel processo e invitiamo al dialogo con i giocatori, i loro rappresentanti e i media su questo argomento. Comprendiamo inoltre che il caso che ha coinvolto Sinner sia stato al centro dell’attenzione e abbia provocato tanti commenti e tante speculazioni, in seguito alla nostra decisione di non attribuire nessuna colpa e nessuna negligenza al giocatore”.
"Il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping, e dal Programma antidoping del tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza".