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Nazionale: prima Macedonia del Nord e solo poi Ucraina per evitare un altro psicodramma

Raffaele R. Riverso
Il ct azzurro, Luciano Spalletti
Il ct azzurro, Luciano SpallettiAFP
L'Italia non può permettersi un altro fallimento. Sarebbe il terzo consecutivo e finirebbe per mettere in discussione un progetto, quello portato avanti da Luciano Spalletti, che nelle prime uscite ha dato segnali incoraggianti e indicazioni interessanti sia quando si è vinto che quando si è perso

Mentre si avvicinano gli ultimi due impegni della fase a gironi delle qualificazioni all'Europeo di Germania, vale esattamente quanto detto prima del tragico playoff contro la Macedonia del Nord, giocato e perso alla Favorita di Palermo il 24 marzo 2022: "L'Italia non può permettersi di non qualificarsi".

E proprio perché un anno e mezzo fa andò male, oggi un'eliminazione sarebbe più grave di allora. Che poi non sarebbe un'eliminazione tout court perché, anche questa volta, gli azzurri avrebbero - al netto di una débâcle totale - di nuovo a disposizione il jolly dei playoff: ma siamo sicuri di volerci passare di nuovo dopo i drammi vissuti contro i macedoni e, prim'ancora, la Svezia?

La classifica del Gruppo C
La classifica del Gruppo CFlashscore

L'Italia ha bisogno di quattro punti per volare direttamente in Germania. E questo vuol dire che bisognerà aspettare lunedì prossimo, giorno della sfida contro l'Ucraina per conoscere, nel dettaglio, il futuro della nazionale.

Battendo venerdì sera la Macedonia del Nord all'Olimpico di Roma, ai ragazzi di Luciano Spalletti basterebbe, infatti, un pareggio a Kiev per confermare l'avvenuta rinascita del movimento azzurro. Una vera e propria resurrezione

Partido a partido

Ed è per questa ragione che ha ragione l'ex ct, Cesare Prandelli, quando dice che "non bisogna fare calcoli" e pensare soltanto alla prossima gara, quella contro la Macedonia del Nord. Come direbbe Diego Pablo Simeone: "Partido a partido".

E già, perché se è vero che un pareggio complicherebbe e, non poco, le cose, è altrettanto vero che una sconfitta allontanerebbe anche i playoff (la débâcle totale di cui parlavamo prima). E questo non ce lo possiamo proprio permettere.

Italia-Macedonia del Nord
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Lo scorso mese di ottobre, a Wembley, l'Italia intera del pallone - squadra, federazione e tifosi - è stata costretta a un doveroso, ma necessario bagno d'umiltà. Necessario perché così com'è importante conoscere i propri limiti per evitare voli pindarici, è altrettanto fondamentale essere consapevoli del punto esatto in cui ci si trova per provare a migliorare.

E non c'è che dire, la cura Spalletti sembra aver riportato, quantomeno, il sorriso sulle labbra di una squadra che, già prima dell'addio turbolento di Mancini, era andata a sbattere contro l'Inghilterra a Napoli e, soprattutto, contro una tutt'altro che irresistibile Spagna nella semifinale di Nations League.

L'ultima lista dei convocati ha confermato che il ct toscano si stia approcciando alle impellenze del presente senza smettere di immaginare il futuro. L'esclusione di Ciro Immobile e l'inserimento di facce nuove come quella di Andrea Colpani dimostra che nessuno ha il posto assicurato per decreto e, allo stesso modo, che tutti possono aspirare alla convocazione.

Prova ne sia il ritorno in squadra di Jorginho sulla faccia del quale qualcuno aveva deciso di metterci una croce un po' troppo presto. E, invece, il centrocampista di origine brasiliane, in poche settimane, si è ripreso sia l'Arsenal che l'Italia, convincendo Mikel Arteta che non è ancora finito e Luciano Spalletti che può essergli utile - soprattutto ora che ha perso per infortunio Manuel Locatelli - per evitare il terzo fallimento del pallone nostrano e il conseguente psicodramma nazionale.

Ucraina-Italia
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