Nations League: la rivoluzione forzata di Luis de la Fuente, il ct che ha perso il sorriso
La sfida contro l'Italia non è un'ultima spiaggia per Luis de la Fuente. Eppure, dopo quanto successo lo scorso marzo a Hampden Park, potrebbe diventarla.
Luis Rubiales gli ha fatto sapere che il suo posto di lavoro non corre rischi e che andrà avanti con lui quantomeno fino alla conclusione delle qualificazioni al prossimo Europeo che si disputerà l'anno prossimo in Germania.
E, del resto, cosa avrebbe mai potuto dirgli? Tuttavia, la dura sconfitta rimediata contro la Scozia ha finito per metterlo in discussione molto prima di quanto anche lui stesso si sarebbe mai aspettato.
Ed è probabilmente anche per questa ragione che ci ha tenuto a sottolineare come sia "da undici anni che la nazionale maggiore non vince un titolo".
Il sorriso che non c'è più
"Nervoso? Affatto. È la tensione di sempre. Sono tranquillo", ha assicurato il ct della Roja quando gli hanno chiesto, nel giorno in cui ha comunicato la lista dei convocati, come mai, questa volta, non sorridesse.
"Sono qui da 84 giorni e sono felice, riflessivo e responsabile come il primo. Sono lo stesso, a prescindere dal sorriso. E, del resto, come potrei mai non esserlo considerato che siamo a due partite da un titolo".
Su questo punto bisogna essere chiari fino in fondo. Agli occhi di molti addetti ai lavori, il suo più grande merito, nel momento in cui è stato nominato ct della Roja, non aveva nulla a che fare con quanto fatto sulla panchina della Rojita, ma era solo ed esclusivamente quello di sostituire "quell'antipatico di Luis Enrique".
Falso nueve o nueve verdadero?
Ed è per questo motivo che dopo l'avvio vittorioso, ma tutt'altro che brillante contro una Norvegia priva di Erling Haaland, non erano stati in pochi a tessere le lodi di un tecnico pronto a "segnare un punto di rottura rispetto al passato".
Sotto questo aspetto, la doppietta contro gli scandinavi di Joselu era servita a ribadire la sua differenza più grande rispetto a Lucho: "A lui sì che piacciono i centravanti veri".
Chissà cosa potrebbe succedere quindi se, contro l'Italia, in quello che oramai è diventato un Clásico del calcio europeo, de la Fuente dovesse compiere un passo indietro e schierare Marco Asensio proprio da falso nueve.
Un'ipotesi tutt'altro che improbabile considerato che i suoi predecessori (oltre a Lucho anche Lopetegui e Del Bosque) hanno messo in scacco in passato gli azzurri affidando quel ruolo a Cesc Fàbregas, Isco e Gavi.
L'altra possibilità è quella di tornare al "doble pivote", ossia ai due mediani, sostituendo il 4-3-3 d'ordinanza già da diversi anni a Las Rozas con un meno rischioso 4-2-3-1.
Modulo quest'ultimo che il ct riojano ha utilizzato nei suoi ultimi allenamenti, affidando a Gavi il ruolo di trequartista davanti ai due centrocampisti centrali (in attesa di Rodri, Zubimendi e Merino) e dietro al centravanti (Morata o Joselu).
Rivoluzione Roja
Fatto sta che, modulo a parte, ci troviamo di fronte a una Spagna completamente nuova rispetto a quella che venti mesi fa superò a San Siro l'Italia fiammante campione d'Europa sempre nella semifinale di Nations League.
Di quella squadra che impressionò - rischiando, poi, di battere anche la Francia in finale - ne restano soltanto sei: Unai Simón, Laporte, Rodrigo, Mikel Merino, Gavi e Yéremi Pino.
Insomma, non c'è che dire: chi gli chiedeva una rivoluzione che si lasciasse alle spalle quanto fatto da Luis Enrique non può di certo recriminare a de la Fuente che non ci stia provando.
Il problema è capire se fosse poi proprio necessaria una rivoluzione e se quella che ha in mente l'attuale ct della Roja sia la rivoluzione giusta.
La lista di de la Fuente
Portieri: Unai Simón (Athletic Club), Kepa Arrizabalaga (Chelsea) y David Raya (Brentford)
Difensori: Dani Carvajal (Real Madrid), Jesús Navas (Siviglia), Aymeric Laporte (Manchester City), Robin Le Normand (Real Sociedad), Nacho Fernández (Real Madrid), Jordi Alba (Barcelñona), Fran García (Real Madrid)
Centrocampisti: Rodri Hernández (Manchester City), Gavi (Barcellona), Martín Zubimendi (Real Sociedad), Mikel Merino (Real Sociedad), Fabián Ruiz (PSG), Sergio Canales (Betis)
Attacanti: Ansu Fati (Barcellona), Álvaro Morata (Atlético Madrid), Dani Olmo (Lipsia), Marco Asensio (Real Madrid), Joselu Mato (Espanyol), Rodrigo Moreno (Leeds), Yeremy Pino (Villarreal)