Mourinho spara a zero contro la Roma e l'Italia: "Non gioca per vincere. Gli azzurri? Non hanno talento"
È un Mourinho caricato a molla quello che parla prima della partita del Portogallo con la Croazia: "Due buone squadre, entrambe con possibilità e aspirazioni per il Campionato Europeo. Sfrutteranno questa partita per confrontarsi con una buona squadra.
La Croazia è una buona squadra, ha mantenuto lo zoccolo duro della generazione d'oro. Una bella partita per entrambe. Io sono qui per vedere il portiere croato (Livakovic), che è mio e voglio vederlo in azione".
"La Roma non gioca per vincere, l'Italia non ha molto talento"
Per quanto riguarda i favoriti alla vittoria finale, Mourinho esclude l'Italia: "È una questione semantica. Praticamente tutti la pensano come me. Portogallo, Inghilterra, Francia, poi Germania, Spagna. L'Italia? Non credo. Non è una generazione molto talentuosa. Non credo che vinceranno ancora".
La scelta del Fenerbahce: "Mi mancava giocare per vincere. La Roma giocava per vincere perché dicevano che quando c'ero io si giocava per vincere ma non era vero. Tanto che dopo la mia partenza non è cambiato nulla. Nelle competizioni europee era fuori dagli schemi, a livello nazionale non è cambiato nulla. Lottare per il campionato, che è una cosa che mi motiva, che non avevo alla Roma, non avevo al Tottenham. Mi manca il fatto di non poter perdere punti".
Sulla Champions League, lancia una provocazione: "Ci sono tre spareggi, ho otto giocatori all'Europeo, il primo è il 28 luglio. Ho chiesto a tutti i santi di essere eliminati il prima possibile. Ho già detto al portiere(Livakovic) che anche se dovesse andare in finale, il giorno dopo tornerà a Istanbul per giocare".
Il neo tecnico del Fenerbahce poi parla dei rinforzi: "Non c'è un budget prefissato. È una squadra che ha lottato per il campionato fino alla fine, era a quattro punti dal Galatasaray, internamente è una buona squadra. Ma ovviamente se vogliamo diventare campioni e fare qualcosa di interessante in Europa abbiamo bisogno di qualcosa. Il direttore (Mário Branco) parla la mia stessa lingua, è un uomo di esperienza, conosce la realtà del calcio turco. Non sapremo chi è il presidente fino a domani, ma tutti e tre hanno approvato il mio arrivo". Ultima battuta su Rafa Silva: "È un grande giocatore, ma mi avevano detto che non era lontano dal Galatasaray".