Una fiammata di Radonjic in extremis spinge il Torino al trionfo sul Genoa
Nemanja Radonjic ha risposto presente nel momento più difficile, dove l'intensità è massima, per non dire assoluta. E lo ha fatto con una giocata da brasiliano, lui che da buon serbo è nato e cresciuto con la ricerca spasmodica del talento individuale e tecnico. L'1-0 finale con il quale il Torino sconfigge il Genoa è frutto del suo genio.
Primo tempo
Le squadre si sono studiate fin da subito, senza mai cercare troppo l'affondo all'inizio. I granata, con un Juric che a inizio partita aveva predicato miglioramenti rispetto alle ultime uscite, provavano a gestire di più il pallone, ma senza costrutto. Gli ospiti, infatti, erano ben schierati e riuscivano a rintuzzare in ogni modo gli attacchi avversari. Era una partita piuttosto bloccata che si era capito che sarebbe stata sbloccata da un episodio. O, forse, da un cambio tra i giocatori in campo.
Secondo tempo
Entrato al 64esimo per sostituire l'infortunato Vlasic, Radonjic è stato il cambio decisivo. Un cambio di passo. Un cambio di inerzia. Un cambio di energia. Il serbo è apparso subito molto ispirato, dando l'impressione di poter davvero accendere la miccia come nessun altro. E dopo un finale più bellicoso nel quale il Genoa ci ha provato con Kutlu, ben schermato da Milinkovic-Savic, è toccato all'altro serbo dei granata risolvere il match.
Il tutto con un'azione spaventosa al 95esimo: un dribbling fulmineo su Hefti, rimasto di sasso sull'out sinistro, al quale ha fatto seguito una conclusione secca sotto la traversa, lasciando di stucco Martinez. Un acuto da fenomeno che vale i primi tre punti per i granata quest'anno.