Una doppietta di Thorstvedt salva il Sassuolo dalla beffa contro la Salernitana
Se non ci fosse stato Memo Ochoa, Kristian Thorstvedt si sarebbe portato a casa quantomeno il titolo di miglior giocatore del match. Eppure, nonostante la doppietta, il norvegese è stato messo in ombra dal messicano, che ancora una volta ha dimostrato quanto sia fondamentale per la Salernitana, che esce viva dalla tana del Sassuolo nonostante un inizio strepitoso e un arrembaggio finale che non sbloccava il 2-2 maturato a inizio ripresa.
Perché i granata erano partiti in quarta, trovando il vantaggio dopo pochi minuti dopo un fuorigioco mal giostrato da Viña, che manteneva in gioco Ikwuemesi, capace di freddare Consigli senza pensarci due volte. I padroni di casa cercavano subito di reagire, stimolando i riflessi di un Ochoa che iniziava il suo show. Poi, il raddopio di Boulaye Dia, in gol nella settimana in cui è diventato papà, ancora una volta dopo un fuorigioco mal calibrato da parte dei neroverdi. Sembrava notte fonda per il Sassuolo, ma poi è arrivata la scossa. Una scossa alla quale neanche l'esperto difensore messicano è riuscito a fare da parafulmine.
Ribaltone vichingo
Toccava infatti a Thorstvedt dare inizio alla sua esibizione, accorciano le distanze con un tocco ravvicinato al 38esimo. E da quel momento in poi iniziava la rimonta dei padroni di casa, che vedevano Pinamonti colpire poco dopo con uno splendido tiro a giro e Ochoa esibirsi su una botta di destro di Berardi. Ma la prima parte della ripresa era tutta degli uomini di Dionisi, che riuscivano ad arrivare al pari nuovamente con il centrocampista norvegese, che collocava il pallone in fondo al sacco con un piattone dopo essere arrivato a rimorchio al limite dell'area.
L'opera di sorpasso, però, non si completava per il Sassuolo, che non riusciva a vincere la partita, come accaduto nelle ultime sei partite di campionato. La colpa era tutta del solito Ochoa, che in un finale bollente si distingueva nuovamente con due interventi strepitosi in sequenza su Toljan prima e su Laurienté poi nella stessa azione, per poi ripetersi nuovamente sul francese un minuto più tardi. Intorno al novantesimo i neroverdi sbattevano sul palo di Mulattieri, e il messicano si ergeva nuovamente a ultimo baluardo su Berardi. Gli sforzi della truppa di Dionisi erano vani, perché i campani resistevano e ottenevano un punto d'oro, nonostante siano ancora ultimi. E se non sono condannati nel medio periodo, lo devono solo a Ochoa.