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Tifo e criminalità, i pm: "Società e ultrà sapevano dell'inchiesta" e Marotta si dice tranquillo

Aggiornato
Javier Zanetti e Beppe Marotta
Javier Zanetti e Beppe MarottaVALERY HACHE/AFP
I due dirigenti nerazzurri sono ovviamente coinvolti nelle dinamiche dell'inchiesta più calda del momento. Secondo i pm l'Inter era "incapace di interrompere in maniera netta relazioni con la criminalità organizzata".

Una possibile fuga di notizie e un elemento che pare certificare gli stretti rapporti tra figure dell'Inter ed ultras. Emerge un aspetto inquietante dalle carte dell'inchiesta milanese che ieri ha azzerato, con 19 arresti, i vertici delle curve di San Siro, che avevano stretto "un patto" per gli affari.

Risulta dagli atti che il club nerazzurro sarebbe stato al corrente delle indagini in corso, così come i capi della Nord, in costante dialogo anche con quelli della Sud milanista. Un'intercettazione, segnala il gip Domenico Santoro, tra Marco Ferdico, nel direttivo della curva nerazzurra e da ieri in carcere, e Massimiliano Silva, dirigente addetto ai rapporti con la tifoseria, rende evidente "il timore che dietro le quinte ci fossero velate indagini giudiziarie, riservatamente apprese da Cameruccio", Senior security manager nerazzurro, "grazie alle sue conoscenze".

Niente striscione per Inter-Stella Rossa

Escluso dal novero degli arrestati Nino Ciccarelli, storico personaggio della Nord nerazzurra, che sui social ha dichiarato che in occasione di Inter-Stella Rossa di Champions League "lo striscione non ci sarà, ma il tifo sì".

Beretta: "Con la società rapporto trasparente, mai pressioni e minacce"

Tra i destinatari dell'ordinanza anche Andrea Beretta, autore dell'omicidio di Antonio Bellocco e ora in carcere, a colloquio col suo difensore, l'avvocato Mirko Perlino: "Con la società c'era un rapporto trasparente. Era a conoscenza delle problematiche e ci siamo sempre interfacciati con i responsabili della sicurezza e dei rapporti con le tifoseria per risolvere tutte le questioni. Nessuno ha mai fatto pressioni e minacce. Quando c'era bisogno di più biglietti li chiedevamo, quando c'era da organizzare trasferte ci rivolgevamo a loro". 

I pm: "L'Inter intrattiente (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata"

L'Inter "nella attualità, alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni". 

Lo scrivono i pm di Milano Paolo Storari e Sara Ombra nella richiesta di custodia cautelare per gli ultrà arrestati ieri. Per il club nerazzurro, cosi come per il Milan, entrambi non indagati, come chiarito ieri, è stato aperto un "procedimento di prevenzione", senza richieste di amministrazione giudiziaria, ma con un contradditorio coi legali delle società. 

Sul punto i pm riportano le dichiarazioni messe a verbale da Claudio Sala, responsabile sicurezza prima squadra dell'Inter, il 29 febbraio scorso. "La società si relaziona con gli ultras esclusivamente tramite lo Slo, come detto nella persona di Silva Massimiliano - ha spiegato - il quale, ha il compito di parlare con i tifosi, ed in particolar modo con Ferdico Marco, poiché adesso è lui il capo del direttivo della Curva, ed è sempre lui, Ferdico, che si occupa della richiesta numerica delle tessere o dei biglietti".

L'Inter gioca martedì sera
L'Inter gioca martedì seraFlashscore

Inoltre, ha aggiunto, "ho appreso direttamente da Silva che, per quanto riguarda la parte amministrativa, cambio nominativo e pagamento, lo Slo si relaziona direttamente con Debora, una donna che fa parte del direttivo della curva nord".

Dalle indagini, segnalano i pm, è emerso "con chiarezza" che "Ferdico non solo partecipa attivamente a condotte violente nei confronti di forze dell'Ordine e tifosi avversari, ma è colui che ha determinato l'ingresso di Bellocco Antonio nella Curva dell'Inter".

Debora Turiello, arrestata anche lei ieri, "è colei che non solo partecipa alle aggressione violente nei confronti di tifoserie avversarie, ma la stessa fornisce copertura a Andrea Beretta (pregiudicato per criminalità da stadio) nella associazione We are Milano, struttura di copertura del tifo violento". 

Zanetti aveva avvisato Ferdico

In una telefonata del 26 maggio 2023 tra il capo ultrà interista Marco Ferdico e Marco Materazzi, ex difensore dell'Inter, è emerso che il primo "avrebbe saputo da Zanetti" ex capitano dell'Inter e vicepresidente - "che …ci sono dei funzionari di Polizia che stanno monitorando la curva anche per l'accaduto...al povero Vittorio".

Il riferimento è all'omicidio dello storico leader ultrà interista Vittorio Boiocchi, ucciso nell'autunno 2022. Lo si legge negli atti dell'inchiesta di Milano. La circostanza, si legge ancora negli atti della Procura e del gip, sarà "certamente approfondita quando l'indagine potrà essere disvelata".

Marotta non trema: "Non abbiamo nulla da temere"

"Tranquilli? Sicuramente si". Così il presidente dell'Inter Giuseppe Marotta ha risposto sull'inchiesta legata agli ultras entrando al consueto pranzo Uefa che precede le sfide in Champions League. 

Poi, intervistato da Sky Sport alla vigilia del match di Champions, ha ribadito: "Vorrei tranquillizzare i tifosi e noi stessi. Come i magistrati hanno dichiarato nel corso della conferenza stampa noi siamo parte lesa, non abbiamo nulla da temere. Nello stesso tempo abbiamo garantito la massima collaborazione alla magistratura e chiaramente siamo a totale disposizione, lo eravamo prima e lo siamo a maggior ragione oggi". 

Skriniar e Calabria persone informate sui fatti?

La Procura di Milano, che indaga su affari, violenze e intimidazioni degli ultrà delle curve milanesi, potrebbe ascoltare, come persone informate sui fatti, anche l'allenatore dell'Inter Simone Inzaghi, il vicepresidente Javier Zanetti, l'ex difensore nerazzurro, ora al PSG, Milan Skriniar, e il capitano del Milan Davide Calabria.

Nei prossimi giorni, i pm Storari e Ombra, nell'inchiesta di Polizia e Gdf, inizieranno una serie di audizioni di testimoni, convocando pure dirigenti, responsabili e calciatori dei due club, i cui nomi compaiono negli atti, e sul capitolo delle presunte "pressioni" subite e dei legami con gli ultrà.