Serie A, sei squadre in due punti: benvenuti al campionato più equilibrato d'Europa
Le sette sorelle della Serie A sono diventate sei e, almeno per il momento, a differenza di quello che succedeva a cavallo tra il primo e il secondo millennio, il gruppo di elette non include né il Milan né, men che meno, la Roma.
Sei squadre in due punti, dal Napoli capolista, primo a quota 26, alla Juventus di Thiago Motta. In mezzo tanta qualità: Atalanta, Fiorentina, Inter e Lazio.
Insomma, numeri alla mano, dopo due anni di dominio indiscusso delle squadre che poi avrebbero vinto lo scudetto (Napoli e Inter), quest'anno sembra proprio che il torneo della regolarità possa essere molto più equilibrato e, quindi, emozionante.
Si tratta della seconda volta che, dopo 12 turni di campionato, le prime sei squadre in classifica siano comprese in un fazzoletto di soli 2 punti. Soltanto nella stagione 1983/84, infatti, era successo qualcosa di simile con 7 club racchiusi in due lunghezze.
La frenata dell'Inter
La sensazione è che l'Inter campione d'Italia in carica abbia un organico più completo rispetto alle altre squadre in lizza. Tuttavia, Simone Inzaghi ha fatto capire con le sue scelte che farà di tutto pur di arrivare alla fine della stagione con opzioni reali su tutti i fronti.
E la verità è che, almeno sinora, il turnover del tecnico piacentino si è tradotto in campo in ottime prestazioni in Champions League, dove Sommer e compagni non hanno ancora subito nemmeno un gol, mentre in campionato il cammino dei nerazzurri è stato caratterizzato da alti e bassi.
Prova ne sia che il club milanese ha sei punti in meno rispetto a quelli totalizzati, a questo punto della stagione, nella scorsa, trionfante, campagna.
Stato d'animo
Anche la Juventus ha cinque punti in meno di dodici mesi fa. Paradossalmente, però, i tifosi bianconeri si identificano decisamente di più nella squadra di Motta che non in quella guidata da Massimiliano Allegri che, almeno fino a febbraio, era riuscita a tenere la scia dell'Inter.
Il calcio, però, è uno stato d'animo e non c'è dubbio che sia alla Continassa che sulle gradinate dello Stadium quello attuale sia considerevolmente migliore rispetto a quello dell'anno scorso. Sì, anche con cinque punti in meno.
Conte, una garanzia
In testa, come dicevamo, il Napoli di Antonio Conte, un allenatore che quando si tratta di campionato è una garanzia di successo. O quasi. L'obiettivo, almeno per il momento, è quello di tornare in Champions. Poi si vedrà.
Gli azzurri, tra l'altro, non hanno nessuna distrazione continentale e questo, in caso di arrivo in volata, potrebbe fare la differenza, soprattutto se le rivali dirette, andranno avanti in Europa.
La Dea sogna
Tra le italiane che meglio si sta comportando fuori dai confini nazionali c'è anche l'Atalanta. Qualche anno fa, Pep Guardiola aveva assicurato che giocare contro la Dea era "come andare dal dentista".
In queste ultime stagioni, però, la banda del Gasp è diventata molto di più di una semplice guastafeste. Oggi a Bergamo nessuno nasconde più le proprie ambizioni e, per dirla con lo stesso Gian Piero Gasperini, "è giusto che i tifosi possano sognare".
Le outsider
Alzi la mano chi pensava di vedere Lazio e Fiorentina con gli stessi punti di Atalanta e Inter dopo 12 giornate di campionato e a una sola lunghezza dalla vetta. Questo non vuol dire che gli splendidi risultati ottenuti dai ragazzi di Marco Baroni e da quelli di Raffaele Palladino siano casuali.
La verità, infatti, è che in ogni loro pareggio o vittoria - e, in realtà, anche nelle sconfitte - si è vista la mano dell'allenatore e soprattutto lo sforzo di calciatori pronti a sacrificarsi per il bene della propria squadra.
Sì, è vero, non siamo ancora nemmeno arrivati a un terzo del campionato e per un'analisi più attendibile bisognerà aspettare, quantomeno, fino al giro di boa.
Ciononostante, finché ce lo possiamo permettere, godiamoci un campionato che, già da diverso tempo non è il più importante e competitivo, ma che in quanto a emozioni non è secondo a nessuno.