Roma: ecco Lukaku, il centravanti fisico voluto da Mourinho per trascinare l'attacco
Arrivato in fretta e furia e dopo un mercato bizzoso, Romelu Lukaku è sbarcato alla Roma con l'entusiasmo di chi sembra essere tornato a mettersi in discussione dopo un periodo in naftalina. Del resto, sia lui sia la stessa squadra giallorossa hanno un disperato bisogno di rialzare la testa dal punto di vista emotivo. Fino a due anni fa il belga è stato un colosso inarrestabile, che al massimo della forma poteva spostare qualsiasi avversario gli si parasse di fronte e creare una superiorità devastante in attacco. Adesso, le cose sono diverse, ma il valore del calciatore resta importante.
Traino
Dopo il 'No' per Duvan Zapata, rimasto a Bergamo, Tiago Pinto è andato a cercare lo scontento Romelu, che dopo aver vissuto giorni tra Inter e Juventus, e consapevole che il matrimonio con il Chelsea fosse ormai finito per volere di ambo le parti, ha accettato di buon grado la proposta giallorossa. Niente Champions, ma un ingaggio di quasi 8 milioni e soprattutto la possibilità di essere titolare inamovibile di un attacco che sente la necessità di un traino pesante. Un traino di quelli che possano portarsi sulle spalle il peso di una squadra ancora incerta nel gioco e nei movimenti, e che possa garantire la fisicità giusta negli ultimi metri avversari, quelli che contano.
Giù in classifica e giù moralmente per i primi due risultati del campionato, la Roma punterà su Lukaku proprio per poter risalire sia a livello di punti sia in campo, dove un punto di riferimento solido e ben piazzato come il belga potrà rappresentare un solido appiglio per il gioco di Mourinho, spesso sostenitore della palla lunga sul centravanti.
Grande attesa
Insieme a Paulo Dybala, Lukaku forma sulla carta una coppia di prim'ordine. Due mancini dal passato illustre e dalle capacità nettamente superiori alla media nell'interpretare il ruolo di seconda e di prima punta. Entrambi nati nel 1993, potrebbero creare una società di tutto rispetto se ben coadiuvati dai compagni di squadra e, soprattutto, se in condizioni fisiche ottimali.
Per quanto riguarda il belga, il dubbio è relativo anche alla sua condizione psicologica. La stagione scorsa, infatti, lo ha visto rendere in modo intermittente. Messo a terra mentalmente da un Mondiale disastroso, il belga ha poi provato a riprendersi con l'Inter, dove però non è mai riuscito a essere titolare inamovibile, risultando nefasto nella finale di Champions League contro il City, dove in un paio di occasioni recitò la parte del difensore aggiunto per la squadra di Guardiola.
La grande attesa per il belga a Roma, è comunque giustificata dal curriculum, che se in forma può rappresentare davvero un differenziale assoluto. Il campo, come al solito, sarà giudice supremo, ma nella Capitale stanno già fremendo. E lo stesso varrà per lui, alla ricerca forse dell'ultimo grande riscatto della sua vita. Agli ordini di quel Mourinho con cui ha vissuto momenti di felicità massima e di assoluta incomprensione tra Chelsea e United.