Prima Calabria, poi Leao e Giroud: nervi tesi in casa Milan, Pioli è davvero tranquillo?
La scorsa settimana, capitan Davide Calabria. Ieri, due dei pessi massimi dello spogliatoio rossonero: Olivier Giroud e Rafael Leao. Si sa che non è facile mantenere la calma quando i risultati non arrivano. Tuttavia, se a perdere le staffe sono i leader di una squadra, l'allenatore farebbe bene a preoccuparsi.
Per il momento, però, Stefano Pioli sembra preferireo mantenere l'attitudine del pompiere, sempre pronto a spegnere gli incendi provocati dai suoi ragazzi dal sangue più "caliente".
Botta e risposta col capitano
Ma cosa sta succedendo in casa Milan? Dopo la sconfitta rimediata al Parco dei Principi contro il Paris Saint Germain, Calabria non era riuscito a trattenere le propria rabbia in zona mista: "C'è da cambiare tutto, non si può prendere un gol come il secondo, dobbiamo essere già piazzati".
"Andiamo tutti i giorni a farci il culo a Milanello, conoscevamo l'importanza della partita. Se vogliamo andare avanti in questo girone dobbiamo crederci più di tutti, chi non ci crede è meglio che stia a casa".
Per quanto l'obiettivo del capitano milanista fosse quello di spronare i propri compagni a dare sempre il massimo delle proprie possibilità, il suo allenatore gli ha fatto capire di non condividere i modi della sua sfuriata.
"Ha sbagliato perché non c'è nessuno che lavora a Milanello con poca attenzione o poca disponibilità, ma nel post partita ci sta che si è poco lucidi", la risposta di Pioli.
La rabbia di Rafa e Oly
Alla trasferta di Parigi è seguita quella di Napoli. E la verità è che le cose non avrebbero potuto mettersi meglio per il Milan, considerato che dopo mezz'ora il Diavolo si era ritrovato in vantaggio di due reti. Su entrambe la stessa firma: quella di Olivier Giroud.
Il centravanti francese, a digiuno dal primo settembre (quando andò a segno contro la Roma), non avrebbe mai potuto immaginare che una partita cominciata in maniera così brillante, sarebbe terminata con la frustrazione di dover vedere dalla panchina - anzi, seduto sul mini frigo delel bibite - la gara terminare sul risultato di 2-2.
A dieci minuti dalla fine dell'incontro, infatti, Pioli ha deciso di sostituire sia lui che Leao con Noah Okafor e Luka Jovic: "Perché? Perché?", la domanda ripetuta due volte dal fuoriclasse portoghese quando è arrivato vicino al proprio allenatore.
Giroud, invece, ha fatto capire subito a tutti i presenti - battendosi le mani sulle gambe e scandendo un evidente "no" - di non essere d'accordo con la sua decisione: "Sono molto deluso e frustrato per la squadra - ha ammesso il francese a fine gara - . La mia reazione? Non sono un robot, sono umano e ho delle emozioni. Pensavo di poter ancora aiutare la squadra, l'allenatore fa le sue scelte, io ho molto rispetto per il mister e dopo cinque minuti mi sono calmato".
Nemmeno in questo caso, però, Pioli si è scomposto più di tanto: "Ho visto che avevamo bisogno di energie fresche e ho messo dentro Okafor e Jovic, che ha dato la palla del possibile 2-3 a Calabria. Abbiamo giocato tanto nell'ultimo periodo e i cambi si fanno per migliorare la squadra. Se vorranno spiegazioni gliele darò".
Resta da capire quale sarà la sua versione dei fatti se a esigere spiegazioni saranno i dirigenti rossoneri. Perché non è normale che quella che dovrebbe essere una cosa eccezionale (un botta e risposta tra calciatori e tecnico) si stia trasformando in normalità.
Anche perché, nel frattempo, il Milan, oltre a perdere la testa della classifica appannaggio dell'Inter, è stata superata anche al secondo posto dalla Juventus che ha nattuto i rossoneri prima della pausa per le nazionali. E la verità è che non sarà per nulla semplice rimontare posizioni nel girone di Champions che, per il momento, vede i rossoneri in fondo alla classifica.
Pioli, però, resta tranquillo: e preferisce vivere alla giornata: "Il livello degli avversari in campionato e in Champions è molto alto e noi partiamo con l'ambizione di vincere. Per lo scudetto sappiamo che non siamo soli, ci sono almeno 3-4 squadre di altissimo livello. Poi vedremo quale sarà il mio destino, ho imparato che è bene non pensare troppo in avanti".