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Prandelli e le "verità nascoste": "Quagliarella mi fece smettere di allenare"

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Cesare Prandelli
Cesare PrandelliFlaviu Buboi / NurPhoto / NurPhoto via AFP
L'ex CT della nazionale italiana ha parlato a Vivo Azzurro: "2 mesi di polmonite dura". E ricorda Gigi Riva.

"Ho passato due mesi difficili, una polmonite forte, brutta e improvvisa che mi ha debilitato e ridefinito le mie priorità". Lo rivela Cesare Prandelli, ex ct della nazionale, in un'intervista da Coverciano in onda su Vivo Azzurro, la piattaforma streaming della federcalcio.

"Quando si è pensato all'ipotesi di essere intubato - ha spiegato Prandelli - fortunatamente avevo ancora una capacità respiratoria di 7 litri. Ma è stata dura per un atleta che non aveva avuto mai nulla, abituato a recuperare in 7-10 giorni, affrontare un periodo difficile di due mesi...In quei momenti pensi che la vita è questione di fortuna, tante persone all'improvviso si trovano ad affrontare situazioni che non meritano".

Prandelli ha parlato anche del suo addio al calcio, con le dimissioni da tecnico della Fiorentina nel 2021. "Mi sentivo a disagio, forse il mio legame con Firenze era troppo forte - ha spiegato - Ma un giorno ebbi un segnale: durante una partita ebbi un breve attimo, quasi di panico, e mi dissi 'se ricapita smetto'. Ricapitò. Ricordo ancora, giocavamo contro la Samp, segnò Quagliarella. Infatti poi quando lo incontravo gli dicevo 'mi hai fatto smettere'. In realtà mi fu trovato il collasso di una valvola, evidentemente la mia testa incideva sul mio fisico..".

Prandelli ha anche ribadito la sua idea sulla crisi di talenti ("vado a seguire le partite dei bambini, per mio nipote, e dai tecnici vedo cose imbarazzanti: il talento va riconosciuto e assecondato") e spiegato cosa non lo convince del calcio di oggi. "Non condivido queste nuove proprietà che fanno fatica a valorizzare i campioni del passato, come ne fossero gelosi. E invece sono una risorsa".

Infine un ricordo di Gigi Riva, morto lo scorso gennaio: "La sua foto qui a Coverciano è fondamentale, per tutti quelli che entrano. Abbiamo avuto un rapporto fortissimo; tanti mi chiedono come ho fatto a gestire in nazionale Cassano e Balotelli. La risposta è semplice: li gestiva Gigi...".