OPINIONE: Juve, il discorso sul brutto gioco di Allegri è giusto ma annoso e sterile, i problemi sono altri
Ci risiamo. La Juventus torna nelle prime posizioni dopo un calciomercato praticamente inesistente (unico acquisto Weah, oltre al rientrante Cambiaso) e tornano i vecchi discorsi sul gioco di Allegri e il "corto muso", ormai etichetta indelebile del tecnico livornese, ma anche del periodo "felice", almeno in termini di risultati, della Juventus allegriana.
È vero, la Juve gioca male, qualcuno si spingerebbe a dire che è "inguardabile", e avrebbe ragione. L'ha ammesso persino il suo portiere, Wojciech Szczęsny, dopo la vittoria contro la Fiorentina: "Momenti difficili? Circa 89 minuti. Davanti facciamo poco, giochiamo male, sono d'accordo con tutti, ma siamo stati efficaci". Efficacissimi, quasi un'azione un gol. E una ripartenza perfetta, con la Juve che si distende da destra a sinistra costruendo con Kean-Rabiot, poi il passaggio a Kostic e il tocco di Miretti, al suo primo gol in Serie A. Un'azione da manuale.
Le ambizioni scudetto e il confronto con l'Inter
Il punto però non è quanto la Juve giochi bene, che dal punto dei vista dei tifosi è comunque importante, è bello veder giocare bene la propria squadra, ma quanto questo gioco sparagnino possa tenere alla lunga in campionato. E questo è un discorso molto più interessante e complesso, rispetto a la "polemica alla Adani" o a la Sacchi. Perché se quel gioco porta risultati, magari uno scudetto, i tifosi possono pure mettersi l'anima in pace.
Il problema è che nessuno oggi in Italia, pur riconoscendo i meriti di Allegri, si sognerebbe di dire che questa Juve è più forte dell'Inter, principale candidata allo scudetto, e sicuramente non lo fa Allegri, seppur sotto sotto prepara lo scherzetto. Sarebbe l'unico modo per dimenticare l'assenza delle coppe, dopotutto. I nerazzurri appaiono avvantaggiati non tanto sull'undici titolare, probabilmente comunque più forte di quello bianconero, ma specialmente sulla profondità di rosa che manca alla Juve dopo le squalifiche di Pogba e Fagioli. E l'Inter, pur senza far stropicciare gli occhi, gioca bene e segna di più.
Il problema della Juventus: l'attacco
Se in termini difensivi le due squadre sono allo stesso livello con 6 gol subiti, sono ben dieci i gol di differenza tra gli attacchi: 27 contro 17 a favore dell'Inter. La differenza però non dipende da un gioco che permette alla squadra di segnare con molti degli effettivi, come spesso in questi casi, ma da un giocatore che fa la differenza: Lautaro Martinez, in testa ai marcatori con 12 gol.
ll compagno d'attacco Marcus Thuram ne ha realizzati quattro, stesso numero di Hakan Calhanoglu (grazie ai calci di rigore), poi seguono Mkhitaryan e Dumfries (2 gol), Dimarco e Acerbi (1). Nella Juventus seconda in classifica, se Chiesa con 4 gol è riuscito a fare almeno in termini numerici quanto Thuram, tra Vlahovic e Lautaro ci sono otto gol di differenza. Paradossalmente la Juventus ha segnato però di più con il resto della rosa rispetto all'Inter: Milik (2 gol), Rabiot, Locatelli, Miretti, Danilo, Cambiaso, Gatti (1). Sette uomini contro cinque. Come si vede dai numeri, a pesare sono soprattutto i gol di Vlahovic, punta di diamante dell'attacco bianconero che non riesce a dare continuità alle sue prestazioni e paga il confronto con Lautaro Martinez.
"Traditi" dai più pagati
Proprio Dusan Vlahovic è stato il "mancato affare" di Giuntoli quest'estate, che aveva intenzione di cederlo in cambio di Lukaku e soldi, fondamentali visto l'esborso della Juve per prelevarlo dalla Fiorentina (70 milioni + 10 di bonus). E proprio su quella differenza economica il discorso si è inabissato col Chelsea. Vlahovic ha fatto capire di voler restare e i tifosi sono dalla sua parte, ma il serbo deve tornare a fare gol in maniera continuativa se la Juventus vuole aspirare allo scudetto. Servirebbero più gol anche da Adrien Rabiot, fermo a un centro dopo un rinnovo con aumento di stipendio, nonché dallo stesso Kean ancora a zero. Vlahovic e Rabiot, con 7 milioni a testa, sono anche quelli con gli ingaggi più pesanti per la Juventus visto che quello di Pogba (8 milioni) è al momento congelato.
In definitiva la Juventus rischia di essere tradita nella sua corsa allo scudetto proprio dai giocatori che paga di più, ed è questa la differenza più grande tra le due squadre. Se l'Inter ha in Lautaro Martinez (pagato 6 milioni ma con rinnovo e aumento imminente) una sicurezza e il suo fuoriclasse tecnico quando non è nemmeno il più pagato (è dietro a Calhanoglu con 6,5 e al pari di Marcus Thuram), altrettanto non si può dire della Juve. E se i soldi per Pogba sono stati finora gettati al vento, dopo Vlahovic e Rabiot il più pagato è Alex Sandro (6 milioni) che ha ormai perso anche il posto di titolare e probabilmente verrà ceduto.
Non solo Vlahovic
Al di là del discorso stipendi e rendimento, è chiaro che se la Juve vuole giocarsi lo scudetto, dopo aver sistemato la difesa che ha fatto registrare il sesto clean sheet consecutivo, deve trovare il modo di servire meglio Vlahovic ma soprattutto il serbo deve tornare il giocatore visto a Firenze. Perché se è vero che il gioco può aiutare l'attaccante, è anche vero che qualche palla gol che ha avuto l'ha sprecata. Vlahovic nello specifico ha un expected goal di 3.19 contro i 7.98 di Lautaro. A dare manforte all'attacco dovrebbero essere però anche i gol di Kean (xG 0.34) e Rabiot (xG 1.16), nonché quelli di McKennie, al di là delle ottime prestazioni (xG 0.12).
Speranze di scudetto
Non si può ancora rispondere alla domanda "può la Juventus vincere lo scudetto" finché i bianconeri non incrementeranno il numero di gol, perché non sempre può andare come a Firenze. Se ricordiamo lo scorso anno, la Juve che veniva da ottime prestazioni difensive con clean sheet, ne prese 5 al Maradona che incrinò le sicurezze (5-1) nonché affossò la media.
Curiosamente la differenza tra Juventus e Inter, dopo undici giornate di campionato, in termini di punti la sta facendo l'Atalanta di Gasperini: le due lunghezze in più in classifica dei nerazzurri sono proprio dovuti alla vittoria di Bergamo, dove invece la Juventus ha pareggiato. Per il resto bianconeri e nerazzurri hanno avuto un cammino simile, perdendo punti contro il Bologna (pareggio) e contro il Sassuolo (sconfitta). Prima dello scontro diretto c'è un turno sulla carta agevole per entrambe (Juventus-Cagliari e Inter-Frosinone).
La Juventus viaggia al momento con un xG di gol fatti di 1.47 e di gol subiti di 1.22, di contro l'Inter ha 0.99 e 1.77. Vedremo se saprà sfruttare, pur non giocando un calcio idilliaco (eufemismo), l'occasione di non dover giocare le coppe. Per il momento il tecnico livornese si affida alla difesa, come ha sempre fatto, ma prima o poi avrà bisogno anche dell'attacco. Se i bianconeri resteranno nelle posizioni di vertice a gennaio è probabile che la società decida di fare uno sforzo economico sul mercato per non lasciarsi sfuggire l'occasione di vincere il campionato. Molto di più si saprà comunque dopo l'attesissimo scontro diretto del 26 novembre a Torino.