Milan, Morata si presenta: "Nessuno mi ha voluto quanto il Milan"
"Avevo diverse possibilità di tornare in Italia, in questi anni, ma appena ho parlato con Zlatan e con l'allenatore non c'era da pensare. Nessuna squadra mi ha voluto così tanto quanto il Milan, sembrava fossi già del Milan durante gli Europei".
Lo ha detto l'attaccante del Milan Alvaro Morata durante la conferenza stampa di presentazione come nuovo giocatore rossonero.
"Il mister, la società e Ibra hanno dimostrato che credono in me. Non posso promettere titoli ma correrò e aiuterò i miei compagni: un leader spinge i compagni verso il massimo. Obiettivi personali? Vincere. Di fare 50 o 60 gol non me ne frega niente - ha proseguito -. Ci sono giocatori che fanno milioni di gol ma poi non vincono niente. Bisogna vincere, voglio portare la seconda stella e fare la storia. So che sono ultimi anni della carriera ma i migliori, anche al Milan vedranno che è stato un buon acquisto prendere Morata. Potevo andare a prendere soldi o rilassarmi. Sono nel posto perfetto, all'età perfetta: per fare 5 o 6 anni per fare bene e per vincere".
Dna Milan
"Quello che cercavamo era un attaccante completo, presente in campo e fuori, e Morata è un esempio perfetto per noi. L'anno scorso i dirigenti hanno portato la base, quest'estate parliamo dei dettagli: Alvaro era uno di questi. Vogliamo creare una squadra competitiva, Alvaro ha il dna del Milan ed è un vincente".
Così il senior advisor di RedBird, Zlatan Ibrahimovic, presentando in conferenza stampa Alvaro Morata. "Sono sicuro che farà bene come i nomi del passato. Quando abbiamo visto la possibilità abbiamo attaccato subito - ha aggiunto.
"A che punto è il Milan? La squadra sta reagendo bene al lavoro che sta facendo, lavorano bene. Al Trofeo Berlusconi sarà un'altra possibilità per formare la squadra che piano piano sarà completa. Con pazienza sono sicuro che andrà tutto bene. Mercato? Vediamo, stiamo lavorando. Stiamo seguendo la strategia dall'inizio, abbiamo ambizione di puntare in alto. Stiamo lavorando tanto ma siamo tutti carichi".