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Marotta: "Zhang? Speriamo resti, facciamo tutti il tifo per lui. E su Lautaro..."

Diretta
Beppe Marotta e Steven Zhang, rispettivamente, amministratore delegato e presidente dell'Inter
Beppe Marotta e Steven Zhang, rispettivamente, amministratore delegato e presidente dell'InterAFP
L'amministratore delegato dell'Inter, fresco di rinnovo fino al 2027, ha affrontato temi d'attualità e del suo passato. E riguardo al futuro: "Mi piacerebbe fare politica".

Beppe Marotta è stato protagonista dell'ultima puntata di 'Chi ha incastrato Marotta?', un'iniziativa di Cronache di Spogliatoio, durante la quale ha risposto alle domande di alcuni bambini.

L'amministratpre delegato dell'Inter, fresco di rinnovo fino al 2027, ha spaziato dal futuro di Lautaro Martinez a quello di Steven Zhang, toccando temi d'attualità, ma anche del passo e del suo possibile futuro. Insomma, un Marotta a tutto campo.

Ecco i passaggi principali dell'intervista.

Lautaro, bandiera dell'Inter?

"Lautaro è innanzitutto un bravissimo calciatore, ma anche un bravissimo papà. È un giocatore che ha dentro di sé dei valori importanti: ama l’Inter come l’Inter ama lui, questo è un bel concetto. Lui vuole rimanere e noi siamo contenti di tenercelo. Oggi è già una bandiera perché è il capitano della squadra. Se ti danno la fascia è perché c’è un pochino di differenza rispetto agli altri".

Cristiano Ronaldo capriccioso?

"CR7 è stato un bravissimo giocatore, lo è ancora e soprattutto è un grande campione. Il campione è quella persona che riesce a trasmettere delle convinzioni ai compagni. Lui era un po’ il leader della squadra, era quello più famoso e trascinava gli altri nella partita. Per cui era impegnativo, ma non mi faceva arrabbiare".

Dirigente o giornalista

"Avevo due strade che potevo seguire: o fare il dirigente o il giornalista. Nei primi sei mesi ho provato a fare tutte e due, e alla fine ho scelto di fare il dirigente, anche perché mi si è creata l’opportunità. Quando fai esperienza riesci a gestire meglio le situazioni. Io sono famoso perché spesso giro attorno alla domanda e non dico niente, questo è un modo andreottiano. Oppure raccontare bugie bianche, che però è politica".

L'addio di Skriniar

"Ci sono state delle divergenze, delle difficoltà tra Milan e l’Inter. Questo ha portato alla rottura del rapporto di amicizia e di appartenenza che c’era tra noi. Le strade si sono divise, lui è andato a Parigi e noi siamo andati avanti senza di lui. E direi bene".

I piccoli grandi colpi

"Ci sono molti esempi. Quello più recente è quello di un grandissimo professionista che ha giocato in Nazionale e che si chiama Matteo Darmian. È un ragazzo che Ausilio ed io abbiamo preso per pochissimi soldi e oggi invece è un giocatore che vale molto molto di più di quanto l'abbiamo pagato, è uno di quelli che stimo di più per la serietà che ha e per un’insieme di valori. Vi auguro di prenderlo come esempio, Matteo è un ragazzo che piano piano ha dimostrato il suo valore senza che i giornali e le televisioni gli abbiano dato tanto spazio".

L'acquisto più difficile.

"C’è un giocatore oggi che è alla Juve che si chiama Pogba. Era poco più grande di voi quando lo abbiamo preso ed è stata una trattativa molto complicata. Perché arrivava dal Manchester United, non aveva firmato il rinnovo quindi c’erano tante squadre che lo volevano. Era difficile trattare il suo acquisto, è stato molto complesso".

Steven Zhang rimane alla guida dell'Inter?

"Zhang è giovane, bravo, ambizioso, ha voglia di fare il presidente dell’Inter. E quindi speriamo che rimanga, facciamo tutti il tifo per lui".

E dopo l'Inter?

"Nella vita c’è la possibilità di andare in pensione anche da più giovani, ed è giusto che ognuno segua le proprie passioni. Quando dico che dopo il calcio mi piacerebbe fare politica è perché a me piace occuparmi dei problemi dei ragazzi, in particolare nell’ambito dello sport. In Italia ancora abbiamo dei problemi, non ci sono strutture, i campi d’allenamento, gli spogliatoi non sono adeguati. Vorrei dedicarmi a fare queste cose per migliorare la qualità dello sport in Italia. È una cosa che faccio con passione e per il bene dei vostri fratelli più piccoli".