Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Maignan, che si è preso la Francia, è il principale propellente nel rush finale del Milan

Antonio Moschella
Il volo di Maignan sul colpo di testa di Collins
Il volo di Maignan sul colpo di testa di CollinsAFP
Il balzo felino con il quale ha evitato il pareggio dell'Irlanda è stato solo l'ultimo flash del portiere rossonero, che dopo aver parato anche un rigore a Depay a Saint Denis è ormai inamovibile in nazionale. E per Pioli rappresenta la prima certezza

I campioni veri cambiano i destini con le giocate di un secondo. O forse è meglio dire di una frazione di secondo. E il volo di Mike Maignan che ieri sera ha permesso alla Francia di tornare dall'Aviva Stadium di Dublino con i tre punti è una delle azioni perfettamente ascrivibili al novero di quelle fulminanti e decisive. Non sarà stata una parata che vale un Mondiale, come quella di Dibu Martinez in finale a Lusail su Kolo Muani, eppure è uno di quei gesti che oltre a regalare la vittoria alla propria squadra fa anche capire che ormai in Francia è arrivata la sua era. È un clic storico, arrivato tra l'altro dopo una parata non semplice pochi secondi prima volta a evitare un autogol di Koundé. L'ombra di Hugo Lloris, che è andato alla caccia del record di presenze, poi ottenuto, è ormai un ricordo, e davanti a lui Magic Mike non ha più nessuno. 

Se appena arrivato si era già preso la porta del Milan, che non ha manco fatto in tempo a piangere l'addio di Gianluigi Donnarumma, adesso l'ex Lille ha definitivamente messo i guantoni a protezione della porta patria. La sua reattività nel disinnescare il colpo di testa di Collins, unita a un'esuberante potenza nel togliere il pallone dalla porta, lo hanno definitivamente consacrato. E pensare che solo pochi giorni prima aveva parato un calcio di rigore a Memphis Depay nella vittoria per 4-0 dei Bleus sui Paesi Bassi. Due firme di seguito in due clean sheet. Due firme d'autore. Nonostante per molti la Francia di oggi sia targata Kylian Mbappé, Magic Mike si è preso di diritto il ruolo di attore protagonista. Perché se una squadra vince lo deve anche a chi i gol non li fa prendere, ma non solo. Come comanda la difesa, la fa giocare più alta e partecipa all'azione sono altre doti che lo rendono unico nel suo genere.

Prima guida 

Il suo propellente è quello che oggi più serve ai rossoneri per concludere al meglio una stagione complicata con addosso il peso dello Scudetto cucito sulla maglia. Una maglia appesantita da sudore e complicazioni, che per vari mesi lo stesso Maignan non è riuscito a difendere, provocando una crisi di risultati senza precedenti. A pochi giorni dalla sfida di campionato con il Napoli allo stadio Diego Armando Maradona, la presenza del portiere francese assume così un'importanza ancora superiore a quella che vantava fino a pochi giorni fa. In primis visto il tour de force di aprile, nel quale con i partenopei ci saranno anche le due sfide dei quarti di Champions League. Sarà lui la guida principale del Milan in un finale di stagione dove i rossoneri devono essere continui e solerti per ottenere l'obiettivo minimo di tornare a disputare la Champions League.

La sua leadership e la sua sicurezza negli ultimi trenta metri, perché quello è il suo territorio di azione, lo rendono oggigiorno l'elemento più insostituibile tra quelli di cui può disporre Stefano Pioli, che a Fuorigrotta potrebbe anche riproporre la difesa a quattro. Tanto, alla fine, l'importante è che dietro a tutti, ad alzare la voce e ad aumentare l'ampiezza del suo corpo elastico sulla linea di porta, ci sia Magic Mike. Il suo processo di maturazione è culminato del tutto con le ultime prestazioni con la maglia dei Bleus, una maglia che da titolare ha indossato solamente sette volte ma che sarà pronto a servire per moltissimo tempo. Ancora non 28enne, il nativo della Guyana francese cresciuto senza il padre è venuto fuori da un torbido pozzo sociale spiccando un guizzo felino, la cui proiezione fisica è stata palese ieri notte in Irlanda.