Maignan, che si è preso la Francia, è il principale propellente nel rush finale del Milan
I campioni veri cambiano i destini con le giocate di un secondo. O forse è meglio dire di una frazione di secondo. E il volo di Mike Maignan che ieri sera ha permesso alla Francia di tornare dall'Aviva Stadium di Dublino con i tre punti è una delle azioni perfettamente ascrivibili al novero di quelle fulminanti e decisive. Non sarà stata una parata che vale un Mondiale, come quella di Dibu Martinez in finale a Lusail su Kolo Muani, eppure è uno di quei gesti che oltre a regalare la vittoria alla propria squadra fa anche capire che ormai in Francia è arrivata la sua era. È un clic storico, arrivato tra l'altro dopo una parata non semplice pochi secondi prima volta a evitare un autogol di Koundé. L'ombra di Hugo Lloris, che è andato alla caccia del record di presenze, poi ottenuto, è ormai un ricordo, e davanti a lui Magic Mike non ha più nessuno.
Se appena arrivato si era già preso la porta del Milan, che non ha manco fatto in tempo a piangere l'addio di Gianluigi Donnarumma, adesso l'ex Lille ha definitivamente messo i guantoni a protezione della porta patria. La sua reattività nel disinnescare il colpo di testa di Collins, unita a un'esuberante potenza nel togliere il pallone dalla porta, lo hanno definitivamente consacrato. E pensare che solo pochi giorni prima aveva parato un calcio di rigore a Memphis Depay nella vittoria per 4-0 dei Bleus sui Paesi Bassi. Due firme di seguito in due clean sheet. Due firme d'autore. Nonostante per molti la Francia di oggi sia targata Kylian Mbappé, Magic Mike si è preso di diritto il ruolo di attore protagonista. Perché se una squadra vince lo deve anche a chi i gol non li fa prendere, ma non solo. Come comanda la difesa, la fa giocare più alta e partecipa all'azione sono altre doti che lo rendono unico nel suo genere.
Prima guida
Il suo propellente è quello che oggi più serve ai rossoneri per concludere al meglio una stagione complicata con addosso il peso dello Scudetto cucito sulla maglia. Una maglia appesantita da sudore e complicazioni, che per vari mesi lo stesso Maignan non è riuscito a difendere, provocando una crisi di risultati senza precedenti. A pochi giorni dalla sfida di campionato con il Napoli allo stadio Diego Armando Maradona, la presenza del portiere francese assume così un'importanza ancora superiore a quella che vantava fino a pochi giorni fa. In primis visto il tour de force di aprile, nel quale con i partenopei ci saranno anche le due sfide dei quarti di Champions League. Sarà lui la guida principale del Milan in un finale di stagione dove i rossoneri devono essere continui e solerti per ottenere l'obiettivo minimo di tornare a disputare la Champions League.
La sua leadership e la sua sicurezza negli ultimi trenta metri, perché quello è il suo territorio di azione, lo rendono oggigiorno l'elemento più insostituibile tra quelli di cui può disporre Stefano Pioli, che a Fuorigrotta potrebbe anche riproporre la difesa a quattro. Tanto, alla fine, l'importante è che dietro a tutti, ad alzare la voce e ad aumentare l'ampiezza del suo corpo elastico sulla linea di porta, ci sia Magic Mike. Il suo processo di maturazione è culminato del tutto con le ultime prestazioni con la maglia dei Bleus, una maglia che da titolare ha indossato solamente sette volte ma che sarà pronto a servire per moltissimo tempo. Ancora non 28enne, il nativo della Guyana francese cresciuto senza il padre è venuto fuori da un torbido pozzo sociale spiccando un guizzo felino, la cui proiezione fisica è stata palese ieri notte in Irlanda.