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Lukaku: "Stavo per lasciare il Belgio, Conte allena in modo bellissimo, è quello giusto"

Romelu Lukaku col Napoli
Romelu Lukaku col NapoliFrancesco Pecoraro / GETTY IMAGES EUROPE / AFP
L'attaccante del Napoli ha parlato della sua possibilità di abbandonare la nazionale del suo paese, e delle emozioni che vive con il suo tecnico in azzurro

Romelu Lukaku non parla mai a caso, anche nelle pause per gli impegni delle nazionali. L'attaccante in forza al Napoli, che non è stato convocato dal Belgio per questa finestra di Nations League dopo una scelta concordata con il commissario tecnico Domenico Tedesco, ha parlato al podcast 'Friends of Sports', partendo proprio della sua prima chiamata con l'allenatore della sua nazionale: “Nel mio primo colloquio con Domenico Tedesco volevo dirgli che avrei voluto lasciare la nazionale. Avevo già fatto quello che dovevo fare. Tedesco mi ha detto che aveva davvero bisogno di me e dopo una conversazione con mio fratello, ho deciso di continuare. E poi ho segnato subito una tripletta nella mia prima partita con Tedesco contro la Svezia".

Da massimo goleador dei Diables Rouges, la mancata partecipazione alle ultime uscite è stata motivata in questo modo: "La non convocazione? Ora ho scelto per me, ne avevo bisogno mentalmente e fisicamente. Non avevo fatto la preparazione estiva, perché dovrei mettermi di nuovo in una situazione del genere ora che stiamo facendo dei buoni progressi con il Napoli e sto gradualmente tornando in forma? Non ho il fuoco con cui ho sempre giocato in nazionale, non è acceso. Voglio andare alla Mondiale del 2026, questa è la mia motivazione”. 

Le parole di Lukaku
Le parole di LukakuFrancesco Pecoraro / Getty Images Europe / AFP / Stats Perform

Poi, il centravanti azzurro ha ovviamente effettuato un passaggio sul suo allenatore attuale, Antonio Conte, con il quale ha un rapporto quasi simbiotico: "Quando sono arrivato in Italia ricordo che Antonio Conte mi disse letteralmente in faccia: 'Ascoltami, nel mio sistema di gioco non puoi tenere troppo il pallone, devi ridarlo subito indietro, non devi giocare come Lautaro'. Da quel momento io e Lautaro sapevamo che dovevamo passarci il pallone l'uno con l'altro e che le qualità di Lautaro combaciavano perfettamente con le mie. Così come il sistema di Conte calzava perfettamente per me. 

Il belga ha poi evidenziato come ora stia accadendo qualcosa di simile al Maradona: "Adesso succede lo stesso con Kvaratskhelia. Questo riesce a fare Conte: crea una sorta di partnership tra i giocatori. La stessa cosa vale con McTominay".

Infine, una chiusura enfatica sul suo allenatore: "La cosa bella di lui è che è proprio quello giusto, penso sia bellissimo il modo in cui lui allena. Il modo in cui amalgama la squadra. Pep Guardiola pure lo fa, anche Klopp, Mourinho, Ancelotti. Sono i grandi allenatori. Se guardi alle squadre che vincono, c'è sempre un allenatore che ha un buon piano tattico ma che soprattutto riesce a creare una squadra unita, con giocatori che stanno bene insieme".