Le cifre finali del mercato: Serie A unico torneo top in attivo e si spende (quasi) quanto in Premier
Quasi 130 milioni di euro incassati. Si direbbe che, a gennaio, gli affari non siano affatto andati male ai club della Serie A che, a fronte dei 101,25 milioni di spese, hanno fatto segnare un bilancio positivo di 25,98 milioni di euro. E nota bene: le società italiane non si sono limitate a vendere. Soltanto in Ligue 1 si è speso nettamente di più (190,93). La Premier League, infatti, ha investito poco più di noi (121,32), mentre LaLiga (86,25) e la Bundesliga (82,5) sono state più morigerate.
Quello italiano, inoltre, è l'unico segno '+' registrato, in inverno, dai bilanci dei principali cinque campionati del mondo. E già, perché così com'è vero che le società del campionato francese hanno investito più del doppio di quanto incassato (bilancio in rosso di -96,83), è altrettanto vero che anche quelle inglesi (-98,65), tedesche (-71,13) e spagnole (-42) hanno preferito mettere mano al portafogli con l'obiettivo di correggere gli errori di valutazione commessi in estate e, quindi, per migliorarsi.
E questo è aspetto che bisogna tenere seriamente in conto perché se, da un lato, è sicuramente encomiabile che la Serie A stia cercando in tutti i modi di controllare le proprie spese, dall'altro, non si può davvero fare a meno di notare che, mercato dopo mercato, il campionato italiano - e come vedremo anche LaLiga, la Bundesliga e la Ligue 1 - stia continuando a perdere talento.
Prova ne sia che prendendo anche in considerazione il totale dei trasferimenti stagionali, soltanto la Bundesliga (227,36) ha un bilancio migliore rispetto alla Serie A (160,45) che precede LaLiga (115,15). I segni positivi finiscono qui perché anche la Ligue 1 finisce "leggermente" sotto la soglia dello zero: -57,72.
Cantera della Premier
A fare la voce grossa sono stati, però, la Premier League (-1.368,41) e la Saudi Pro League (-904,29) che in due hanno superato, e non di poco, i due miliardi di negativo. E, se non siamo ancora in grado di capire se il campionato saudita sia una variabile impazzita o, invece, una costante che bisognerà tenere d'occhio anche in futuro, possiamo affermare con certezza che la Premier continua a fare il bello e il cattivo tempo ogni volta che il calciomerato apre i suoi battenti.
E quando parliamo di talento ci riferiamo a quello di primissimo livello - top player compresi - perché in quanto a campioncini e aspiranti tali, la Serie A e il resto dei migliori campionati europei non possono lamentarsi. Il bicchiere, però, diventa drammaticamente mezzo vuoto, quando ci si accorge che i migliori tornei al mondo si sono inesorabilmente trasformati in una sorta di cantera del campionato inglese. E non pensiamo solo alla quantità dei trasferimenti, ma anche e soprattutto alla qualità.
Inglesi pigliatutto
Prova ve sia che i migliori clienti dei club italiani, spagnoli, tedeschi e francesi sono - sempre e per tutti - quelli della Premier. E così, per quanto riguarda la Serie A, per portarsi in Inghilterra 16 calciatori - Hojlund e Tonali in testa - le società inglesi hanno sborsato quasi 360 milioni (gi ultimi 25, qualche giorno fa, per Radu Dragusin). Quindici in più di quelli che sono stati investiti dagli altri club italiani per completare i 116 trasferimenti interni registrati in questa campagna.
Un fenomeno che non riguarda, come dicevamo, soltanto la Serie A, ma anche LaLiga (137,50 milioni incassati dalla Premier per 12 calciatori), la Bundesliga (449 milioni per 15 giocatori) e, naturalmente, la Ligue 1 (208 milioni per 12 atleti). E quello che è più preoccupante è che non c'è nulla che faccia pensare che questa condizione di sudditanza cesserà in futuro. Anzi, la sensazione è che il fenomeno sinora descritto sia destinato a acuirsi ulteriormente.