Lazio-Roma, un derby per rilanciarsi: nel nome di Mou o di Sarri?
Guardando la classifica della Serie A è evidente che né la Lazio né la Roma sono dove ci si sarebbe potuti aspettare di trovarli dopo undici giornate di campionato. I giallorossi sono partiti male, anzi, malissimo riuscendo a recuperare un po' del terreno perduto vincendo quattro delle ultime cinque partite disputate. L'unica sconfitta è arrivata contro l'Inter, ma cedere il passo ai nerazzurri, in questo momento, è una cosa abbastanza normale sia in Italia che in Europa.
Ed è per questa ragione che, almeno sulla carta, dovrebbero essere proprio gli uomini di José Mourinho ad arrivare meglio alla partita che vale un titolo tutt'altro che secondario nella capitale. A Roma, infatti, per capire quale sia stata, alla fine dell'anno, la migliore squadra della città non si fa riferimento alla classifica, bensì ai risultati dei due (o più) derby durante la stagione.
E la verità è che la scorsa campagna, sotto tutti gli aspetti, a dominare è stata la Lazio che per stessa ammissione di Claudio Lotito si è giovata dei trionfi contro l'eterno rivale per lanciarsi verso il secondo posto finale dietro soltanto al Napoli campione d'Italia.
E sarà proprio con una gran voglia di rivincita che la Roma si presenterà domenica prossima all'Olimpico, consapevole di quanto sia importante il derby per i propri tifosi e il loro umore. Mourinho è già caldo, sebbene questa volta non sia stato lui a cominciare.
Botta e risposta
Sulle ali dell'euforia generata dalla vittoria contro il Feyenoord, infatti, Maurizio Sarri ha pensato bene di stuzzicare il collega portoghese: "Noi arriveremo al derby dopo una guerra, loro dopo un'amichevole". Una battuta alla quale lo specialone, alla vigilia della gara di Europa League contro lo Slavia Praga, ci ha tenuto a rispondere.
E naturalmente lo ha fatto a modo suo: "La differenza tra un allenatore che ha vinto 26 titoli e uno che ne ha vinti pochi è la mentalità di pensare che ogni partita sia seria". Botta e risposta legittimo, sebbene la risposta sia stata decisamente meno sottile della botta.
E già, perché se è vero che Sarri ha insinuato sottilmente che, mentre la Lazio compete in Champions League, la Roma gioca al giovedì, è altrettanto vero che Mou non si è fatto problemi a spostare la tenzone sul lato personale, ricordando al toscano che prima di parlare della Roma farebbe bene a dare un'occhiata al suo curriculum.
I condottieri
Nulla di grave. Il classico gioco delle parti che piace a entrambi e, in fin dei conti, anche ai tifosi. Sarri e Mourinho, poi, sono molto più simili, lontani dalla lavagna, di quanto uno potrebbe immaginare. Entrambi, infatti, sono brontoloni, hanno un carattere forte, sono rispettati e seguiti dai propri calciatori e hanno una dialettica decisamente superiore alla media di buona parte dei propri colleghi.
I tempi in cui i simboli delle due squadre erano i romanissimi Paolo Di Canio e Francesco Totti sono finiti. Oggi, si parla della Roma di Mourinho e della Lazio di Sarri. E sarà proprio in nome dei loro condottieri che i calciatori delle due squadre scenderanno in campo per vincere, rilanciare la propria stagione, ma anche e soprattutto per guadagnarsi il diritto di sfottere il rivale fino al prossimo derby.