La Roma pensa a Conte per giugno, ma non è l'unica: anche Napoli e Milan sull'ex ct azzurro
“L’emozione di poter sedere sulla nostra panchina è indescrivibile, tutti sanno cosa sia la Roma per me, ma il lavoro che attende tutti noi ha già preso il sopravvento. Non abbiamo tempo, né scelta: essere competitivi, lottare per i nostri obiettivi e provare a raggiungerli sono le uniche priorità che il mio staff ed io ci siamo dati”.
Sì, ma quanto durerà? Daniele De Rossi ha accolto con estrema soddisfazione e, come lui stesso ha sottolineato, una buona dose di emozione la chiamata della famiglia Friedkin che è convinta che l'ex centrocampista giallorosso sia la persona giusta per riportare in carreggiata la squadra - dopo il fulmine a ciel sereno scatenato con l'esonero di José Mourinho - e restituire un po' di tranquillità a un ambiente che lo specialone aveva catapultato in trincea.
Lo "stage"
Ed è proprio su questo che "si parrà la sua nobilitate" perché il primo a sapere di non avere il posto assicurato oltre il prossimo 30 giugno è lo stesso De Rossi che, in maniera non proprio corretta, è già stato definito "traghettatore".
Come un Mazzarri qualsiasi, con la differenza che il tecnico toscano ha alle spalle un onorato curriculum e una certa età che lo stava inducendo a pensare alla pensione quando ha ricevuto la telefonata di Aurelio De Laurentiis, mentre lui ha appena cominciato ad allenare.
Ma si sa, in Italia il concetto di "giovane allenatore" può ampiamente superare i 45 anni, ragion per cui non sono in pochi a considerare quello di DDR a Roma alla stregua di uno stage obbligatorio da fare per poter poi cominciare ad allenare sul serio, ma altrove.
L'ombra di Conte
C'è da dire che sul suo collo, c'è il fiato di Antonio Conte il cui nome, però, per dirla tutta, esce fuori ogni qual volta salta l'allenatore di un grande club. Ma, come ha imparato ad accettare De Laurentiis, non è affatto semplice convincere il tecnico pugliese ad accettare un'offerta.
Ed è per questa ragione che se la Roma vorrà sul serio contare dalla prossima stagione sulle capacità dell'ex ct azzurro, dovrà riuscire a persuaderlo del fatto che le basi del proprio progetto siano più solide di quelle gettate dal Napoli post Spalletti e dal Milan nel caso in cui Stefano Pioli non dovesse raggiungere gli obiettivi minimi indicati dalla Red Bird.
Insomma, De Rossi ha poco più di quattro mesi di tempo per convincere, in quest'ordine, spogliatoio, tifosi e società che l'etichetta di traghettatore gli sta stretta.