Juventus, Francisco Conceiçao punta a rimanere: "Non mi vedo di passaggio con questa maglia"
Francisco Conceiçao sta prendendo sempre più confidenza con il campionato italiano, dove suo papà Sergio ha fatto faville per anni con le maglie di Inter, Parma e Lazio. L'esterno d'attacco della Juventus, in prestito dal Porto, ha stregato molto presto la società torinese, la quale è già al lavoro per acquistarlo a titolo definitivo.
Il portoghese ha scelto, per la sua nuova avventura in Serie A, il 7, già indossato in precedenza da Cristiano Ronaldo. Un numero pesante e che porta inevitabilmente pressioni sul talento ex Dragoes, il quale ha parlato del suo futuro e della sua voglia di restare a Torino, ma anche del modo di vivere il calcio, respingendo con forza le accuse di chi lo reputa un simulatore.
Ripensando proprio a quel cartellino rosso ricevuto per simulazione durante Juventus-Cagliari, Francisco ha spiegato che è "stato toccato, l’arbitro poteva non concedere o concedere il rigore, ma non ho simulato. Io, in generale, vado sempre mille all’ora,cercando il dribbling".
Amore a prima vista con la Juve
"Non mi vedo di passaggio con questa maglia, altri discorsi non li posso fare perché non tocca a me farli. Ma il progetto Juve mi piace. Torino mi incuriosisce molto: qui c’è tutto per vivere al meglio la mia professione".
Il giovane talento, ricordando le sue prime gare in bianconero, ha parlato anche del gol segnato contro il Lipsia: "È stato un bellissimo momento, per me e per la squadra: in Germania ho realizzato il mio gol più bello, ma lavoro per farne altri migliori. A me piace pensare in grande, vorrei, un giorno, essere ricordato come uno dei più forti".
"Thiago Motta ci chiede creatività quando siamo nell’ultimo terzo di campo. Ci dice che dentro ad una strategia collettiva, ognuno è, poi, libero di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. Io mi ispiro al calcio di strada, un modo di pensare che attiva l’interesse dei tifosi".
La famiglia del "figlio d'arte"
Non solo Francisco, la famiglia Conceiçao è ampia e piena di talenti: "José ha nove anni, ma con il pallone ci sa fare. Poi ci sono io, c’è Moises in terza serie portoghese e ci sono i due difensori, Rodrigo, 24 anni, dello Zurigo e Sergio, 27, dell’Anorthosis, prima divisione a Cipro. Una bella squadretta".
Nella Juventus ha trovato altri due "figli d'arte", Khéphren Thuram e Timothy Weah: "Tra di noi parliamo della 'strana' circostanza che ci lega ad una storia comune. Mio padre e quello di Thuram hanno anche giocato insieme...".